Sono passati ormai quattro anni e finalmente lo si può dire con sufficiente certezza: Timothy Ray Brown è guarito dall'Aids. Nei giorni scorsi si è celebrato il 30esimo anniversario dalla prima scoperta della malattia negli Stati Uniti e la storia di quest'uomo, raccontata per la prima volta qualche mese fa, sembra indicare che la speranza di sconfiggere radicalmente questo male esiste davvero.
Brown è un americano originario di San Francisco, ha 45 anni di età e fino allo scorso dicembre viveva a Berlino. La sua vicenda è davvero unica, tanto che è difficile pensare che possa essere utilizzata per trattamenti analoghi su altri pazienti. L'uomo, infatti, sarebbe riuscito a sconfiggere il virus dell'Hiv grazie a un trapianto di midollo osseo a cui è stato sottoposto dopo essersi ammalato anche di leucemia mieloide acuta.
La scoperta di essere sieropositivo risale al 1995, mentre quella di essersi ammalato anche di leucemia è del 2006. L'anno dopo, nel febbraio 2007, Brown è stato ricoverato alla Charite-University di Berlino per un trapianto di cellule staminali. A quel tempo i medici cercavano di contrastare la leucemia che lo stava aggredendo, senza aspettarsi, però, di ottenere anche una guarigione definitiva dal virus Hiv. In interventi di questo tipo, inoltre, il tasso di mortalità medio è pari almeno al 5%.
Statistiche a parte, comunque, sembra che abbia funzionato tutto alla perfezione (anche se nel 2008 ha dovuto affrontare la leucemia per la seconda volta, sconfitta ancora una volta con un trapianto dallo stesso donatore). La terapia applicata al paziente è nota. Nel dettaglio, Brown è stato sottoposto in prima battuta alla "distruzione" e alla "sostituzione" del sistema immunitario. Attraverso la radioterapia e alcuni farmaci, sono state eliminate le cellule malate attraverso. Infine è stato fatto il trapianto.
Gli scienziati hanno spiegato che il donatore rientra in quel numero estremamente esiguo di persone al mondo che è immune alla malattia (in tutto si calcola che questi soggetti siano l'1% di quelli di razza caucasica). Ad ogni modo, la vicenda non è ancora del tutto chiarita, tanto che le prime sperimentazioni sulla storia clinica di Brown dovrebbero partire il prossimo anno e i ricercatori stanno studiando come applicare quanto imparato da questa esperienza, mettendo a punto una terapia simile, anche se meno "violenta" (leggi tutti i dettagli).
La sola cosa certa è che oggi l'uomo non prende più alcun antiretrovirale, né alcune medicina in generale. I suoi unici problemi di salute sono legati a un'aggressione subita un paio d'anni fa, che l'ha costretto a una terapia per riprendere a camminare e a parlare, ma che non gli ha permesso di tornare al pieno utilizzo di un braccio.
Da quando sono stati individuate i primi casi di Hiv e Aids a Los Angeles, nel lontano 1981, circa 30 milioni di persone nel mondo sono morte a causa di questa malattia. Attualmente, inoltre, circa 34 milioni di persone sono infette dal virus dell'Hiv e due milioni muoiono ogni anno per complicanze legate alla malattia.
Per quanto riguarda i decessi, la situazione è molto più grave nei Paesi poveri, dove mancano le cure necessarie. Negli Stati Uniti, invece, l'aspettativa di vita di una persona affetta da Hiv è più corta solo di qualche mese rispetto a chi è in salute. Inoltre, la medicina si è evoluta in questo campo, tanto che oggi molti pazienti possono curarsi prendendo solo una pastiglia al giorno
Brown è un americano originario di San Francisco, ha 45 anni di età e fino allo scorso dicembre viveva a Berlino. La sua vicenda è davvero unica, tanto che è difficile pensare che possa essere utilizzata per trattamenti analoghi su altri pazienti. L'uomo, infatti, sarebbe riuscito a sconfiggere il virus dell'Hiv grazie a un trapianto di midollo osseo a cui è stato sottoposto dopo essersi ammalato anche di leucemia mieloide acuta.
La scoperta di essere sieropositivo risale al 1995, mentre quella di essersi ammalato anche di leucemia è del 2006. L'anno dopo, nel febbraio 2007, Brown è stato ricoverato alla Charite-University di Berlino per un trapianto di cellule staminali. A quel tempo i medici cercavano di contrastare la leucemia che lo stava aggredendo, senza aspettarsi, però, di ottenere anche una guarigione definitiva dal virus Hiv. In interventi di questo tipo, inoltre, il tasso di mortalità medio è pari almeno al 5%.
Statistiche a parte, comunque, sembra che abbia funzionato tutto alla perfezione (anche se nel 2008 ha dovuto affrontare la leucemia per la seconda volta, sconfitta ancora una volta con un trapianto dallo stesso donatore). La terapia applicata al paziente è nota. Nel dettaglio, Brown è stato sottoposto in prima battuta alla "distruzione" e alla "sostituzione" del sistema immunitario. Attraverso la radioterapia e alcuni farmaci, sono state eliminate le cellule malate attraverso. Infine è stato fatto il trapianto.
Gli scienziati hanno spiegato che il donatore rientra in quel numero estremamente esiguo di persone al mondo che è immune alla malattia (in tutto si calcola che questi soggetti siano l'1% di quelli di razza caucasica). Ad ogni modo, la vicenda non è ancora del tutto chiarita, tanto che le prime sperimentazioni sulla storia clinica di Brown dovrebbero partire il prossimo anno e i ricercatori stanno studiando come applicare quanto imparato da questa esperienza, mettendo a punto una terapia simile, anche se meno "violenta" (leggi tutti i dettagli).
La sola cosa certa è che oggi l'uomo non prende più alcun antiretrovirale, né alcune medicina in generale. I suoi unici problemi di salute sono legati a un'aggressione subita un paio d'anni fa, che l'ha costretto a una terapia per riprendere a camminare e a parlare, ma che non gli ha permesso di tornare al pieno utilizzo di un braccio.
Da quando sono stati individuate i primi casi di Hiv e Aids a Los Angeles, nel lontano 1981, circa 30 milioni di persone nel mondo sono morte a causa di questa malattia. Attualmente, inoltre, circa 34 milioni di persone sono infette dal virus dell'Hiv e due milioni muoiono ogni anno per complicanze legate alla malattia.
Per quanto riguarda i decessi, la situazione è molto più grave nei Paesi poveri, dove mancano le cure necessarie. Negli Stati Uniti, invece, l'aspettativa di vita di una persona affetta da Hiv è più corta solo di qualche mese rispetto a chi è in salute. Inoltre, la medicina si è evoluta in questo campo, tanto che oggi molti pazienti possono curarsi prendendo solo una pastiglia al giorno
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