Cota lunedì darà i numeri, del "buco"
Il governatore, dopo settimane di illazioni, decide di dire la sua sullo stato (drammatico) delle finanze regionali. In vista tagli.........
Lunedì parte la controffensiva del governatore. Dopo aver subito per settimane il fuoco amico, da una parte sempre più consistente del Pdl, e gli attacchi polemici dell'opposizione, Roberto Cota ha deciso che è arrivato il momento di rompere l'assedio e raccontare la sua verità sullo stato delle finanze regionali. Lo farà lunedì mattina nel corso di una conferenza stampa in cui, salvo ripensamenti dell'ultima ora, illustrerà i report delle tre strutture esterne incaricate di fare chiarezza sui conti: la Kpmg, multinazionale specializzata in due diligence aziendale, la fondazione Ifel, supporto operativo dell'Anci per gli enti locali, e lo studio milanese dell'avvocato Tommaso Iaquinta, il "ghostbuster" dei derivati.
C'è grande attesa e non poca preoccupazione per il discorso del presidente che metterà fine al lungo silenzio, forse troppo prudentemente consigliato dagli uffici e dal suo assessore Giovanna Quaglia, determinati a impedire che la diffusione di informazioni, inevitabilmente parziali e frammentarie, mettessero a repentaglio la ricognizione. Dalle indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, sembra che nelle parole di Cota troveranno conferma le più pessimistiche previsioni: il disavanzo di bilancio si aggirerebbe tra i 620 e i 650 milioni. Una situazione ben oltre la soglia d'allarme e che l'attenta disamina delle varie voci delle scritture contabili direttamente ascrivibili alla Regione e del vasto arcipelago di aziende sanitarie, società controllate e partecipate ha fatto emergere, forse per la prima volta, dall'opacità dei meccanismi di controllo interno. Come abbiamo anticipato qualche settimana fa, il pesante passivo sarebbe stato originato dal sovradimensionamento delle entrate, sistematico negli anni ma con un picco nel 2010, dal livello crescente dei debiti e da una stima sballata nelle anticipazioni di cassa per circa 510 milioni. A ciò si aggiunge la mancata "conciliazione" tra la Regione e il comparto della Sanità, nella cui pancia di Asl e Aso era finora un mistero cosa si celasse.
Alla scontata attribuzione di responsabilità alla precedente amministrazione – Cota accuserà la "banda del buco", ovvero il trio Bresso-Peveraro-Artesio, di aver scientemente alterato i conti – il presidente dovrebbe fornire le prime indicazioni per il necessario turnaround: un piano di lungo termine, l'intera legislatura, anticipato da una manovra finanziaria particolarmente rigorosa, con impegni di spesa ridotti all'osso e qualche investimento procrastinato nel tempo. Insomma, il piatto piange e qualcuno rimarrà a stomaco vuoto.
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