Malinconico si dimetta
Il sottosegretario del premier, chiamato a giustificarsi, è incappato in una serie di contraddizioni. E i ministri dell'"urgenza" non hanno fretta di pubblicare i loro redditi
Carlo Malinconico, sottosegretario di Monti, ha raccontato un paio di bugie e fatto ben più di una omissione cercando di spiegare come mai le sue lussuose vacanze in Argentario siano state pagate da imprenditori un po' spregiudicati e al centro di alcuni scandali che riguardano appalti pubblici.
Di cose pubbliche Malinconico se ne intende, ha un curriculum dentro l'amministrazione dello Stato che non finisce più e che comprende pure due anni da braccio destro dell'allora premier Romano Prodi. Eppure, nonostante queste frequentazioni politiche vecchie e nuove, importanti e austere, ha pure lui il vizio di non sapere chi gli paga le cose. È in buona compagnia, successe di recente a un prestigioso ministro del governo precedente. Ci riferiamo al caso Scajola, che inciampò nel pasticcio della casa vista Colosseo che non sapeva bene chi gli aveva pagato (e che, coincidenza, veniva più o meno dallo stesso giro di Malinconico, imprenditori generosi con i politici). Ci sono però due differenze tra i casi in questione. La prima, evidente, è tra casa e vacanze. La seconda è che Scajola si dimise, Malinconico pare non abbia nessuna intenzione di farlo. Ricordo che fummo proprio noi del Giornale i primi, tra lo stupore generale, a chiedere le dimissioni di Scajola. Pensavamo che un ministro che si trova in un pasticcio e che per spiegarlo ci mette una pezza che è peggio del buco debba trarne le conseguenze, a maggior ragione se ci sono di mezzo soldi, privilegi e rapporti poco trasparenti. Rispetto a quel maggio 2010 non abbiamo cambiato parere. Politicamente, ancor prima che per l'aspetto penale,la posizione del ministro era indifendibile perché gli italiani perdonano molto ma non tutto. E tra quel poco su cui non transigono ci sono proprio i privilegi della casta nella vita privata, a partire proprio da casa e vacanze. Per questo vorremmo sentire il parere sul caso Malinconico del premier Monti. Un pasticcio del genere inzuppato pure di bugie è conciliabile con l'etica, il rigore e la serietà che il governo sta chiedendo a tutti gli italiani? Noi pensiamo di no, pensiamo che Carlo Malinconico debba lasciare subito l'esecutivo, come fece Scajola con grande dignità. Non vorremmo che in nome dello spread passasse anche il principio della doppia morale: una per giudicare l'operato dei ministri di Berlusconi; l'altra, molto più lasca, per quelli del governo Monti (che ancora, nonostante la promessa, non hanno depositato la denuncia dei loro ingenti patrimoni).
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