REGIONE PIEMONTE Dimissioni Pd, prevalgono i “tronisti”Al
termine di una segreteria infuocata, il partito si spacca. I
consiglieri si tengono stretto lo scranno e il segretario Morgando prova
a mediare con un comunicato che procrastina alle calende greche la
spallata. Laus: "Non mi riconosco in questa posizione"
“Siamo
pronti a qualsiasi atto”. “L’unica soluzione è lo scioglimento del
Consiglio regionale e il ritorno al voto”. E ancora: “C’è la piena
disponibilità dei consiglieri regionali del Pd a
rassegnare le dimissioni per raggiungere lo scopo della fine anticipata
della legislatura”. Ancora una volta i toni sono ultimativi, le
risoluzioni finali, meno. A parole il Pd, che oggi ha riunito la
segreteria regionale in seduta congiunta con i consiglieri di Palazzo
Lascaris, è pronto alla spallata, ovvero alle dimissioni. Ma prima…
Innanzitutto è necessario che si raggiungano le 31 firme necessarie per
far cadere la giunta, dunque ancora una volta l’appello al suicidio è
rivolto al centrodestra; poi un altro appello alla maggioranza a una
comune assunzione di responsabilità per “concordare insieme le modalità
per approvare il bilancio, modificare la legge elettorale e risolvere la
questione dei fondi strutturali europei”. Insomma, Roberto Cota
può dormire sonni tranquilli: sulla legge elettorale non c’è ancora
neanche un accordo di massima all’interno di Palazzo Lascaris. Nel Pd
ancora una volta prevalgono i "poltronisti", o meglio i "tronisti".
Al di là del clima conciliante e determinato che emerge dalla nota
congiunta inviata dal segretario Gianfranco Morgando, assieme al presidente Andrea Giorgis e al capogruppo in via Alfieri Aldo Reschigna, la riunione è stata decisamente tesa. Su tutti valgano le parole del consigliere Nino Boeti,
secondo il quale “non basta che un sindaco autorevole e due
parlamentari ci dicano di andare a casa per farci dimettere”,
riferendosi all’appello del primo cittadino di Nichelino Pino Catizone, del senatore Stefano Esposito e dell’ex parlamentare Giorgio Merlo
alle dimissioni di massa. Una riunione dai toni accesi, come la
definiscono molti dei presenti, con i consiglieri tra i più accalorati a
difendere le proprie prerogative. Alla fine le distanze restano, al
punto che c’è chi sbotta: “Se questo è l’atteggiamento non
sorprendiamoci quando ci dicono che siamo tutti uguali”. L’unico tra i
consiglieri pronto alle dimissioni era Mauro Laus, che
nei giorni scorsi ha fatto girare una mozione sul tema, attirandosi gli
strali dei colleghi e che al termine della riunione attacca: «Non mi
riconosco in queste posizioni, se davvero ci si vuole dimettere si
indichi almeno una data entro la quale andremo tutti a casa«. Poco più
che possibilista Roberto Placido. «Continua a prevalere
la linea dell’attendismo – attacca Esposito . Se vogliono andare a fine
legislatura lo dicano». Intanto è stata convocata una direzione del
partito per il prossimo 2 dicembre in cui lo stesso Esposito e Laus
annunciano un documento sul tema.
Di seguito il comunicato in versione integrale
Il Presidente Cota e la sua maggioranza devono prendere atto che un
ciclo è finito e non vi sono possibilità di aggiustamenti di sorta alla
loro manifesta incapacità di governo. L’unica soluzione è lo
scioglimento del Consiglio regionale e il ritorno al voto. Lo stiamo
dicendo non da oggi.
Dopo la condanna definitiva di Giovine da parte della Corte di
Cassazione e la chiusura delle indagini sui rimborsi dei gruppi, con un
largo e pesante coinvolgimento dei consiglieri della maggioranza, la
mancata assunzione di responsabilità di Cota a fronte della crisi morale
e politica fa sì che ci sia un dovere del PD di fare tutto quanto è
necessario e possibile per mettere la parola fine.
La Segreteria regionale e il Gruppo consiliare regionale si sono
riuniti quest’oggi per discutere sugli strumenti più efficaci per
raggiungere questo obiettivo. Siamo pronti a qualsiasi atto. C’è la
piena disponibilità dei consiglieri regionali del PD a rassegnare le
dimissioni per raggiungere lo scopo della fine anticipata della
legislatura. Su questo siamo tutti d’accordo. E non è una novità, visto
che c’è già da tempo una lettera di impegno alle dimissioni al
raggiungimernto della trentunesima firma utile a provocare lo
scioglimento dell’assemblea, e non vi è alcuna intenzione di
temporeggiare per mantenere posizioni di potere. Così riteniamo scontate
le dimissioni dei subentranti nelle liste del PD nelle varie
circoscrizioni elettorali provinciali.
Prima di chiudere la legislatura invitiamo i consiglieri di maggioranza
come di minoranza ad una comune assunzione di responsabilità e a
concordare insieme le modalità per approvare il bilancio, modificare la
legge elettorale e risolvere la questione dei fondi strutturali europei.
Affinché tutto ciò risulti decisivo al fine di determinare la chiusura
anticipata della legislatura, occorre una più forte ed ampia iniziativa
politica. Non vogliamo fare da soli. Nei prossimi giorni verificheremo
se si possa creare una posizione comune tra i vari partiti della
coalizione di centrosinistra che hanno sostenuto la candidatura di Mercedes Bresso.
Inoltre, dobbiamo lavorare per favorire una reazione nella società
piemontese. Le nostre dimissioni devono essere utili a risolvere i
problemi del Piemonte e, quindi, l’esito di un’ampia mobilitazione dei
mondi economici e sociali. In altre Regioni, autorevoli voci
dell’economia, della società e della cultura si sono mobilitate per dire
basta e chiedere di voltare pagina. Le dimissioni, quindi, devono
essere l’atto finale di un processo che preveda questi due passaggi,
affinché siano realmente determinanti al raggiungimento del nostro
scopo: mandare a casa Cota.
CARRIERE NOSTRANE
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