LEGGI COME CONTESTARE I TRIBUTI, PERCHE' SONO ILLECITI E NON VANNO PAGATI, MA ABOLITI, E AIUTACI A RENDERLO NOTO. Alfonso Luigi Marra
Se
la civiltà è figlia del controllo, la disfunzione della giustizia, che è
voluta, è necessariamente la madre dell'attuale stato delle cose.
Vai
dal tuo avvocato o commercialista e fai causa a equitalia e alla banca,
perché sconfiggerle per via giudiziaria ti salva economicamente, ma
soprattutto serve a cambiare il mondo. Mondo che avremmo cambiato da
tempo se il parlamento non ci ostacolasse da sempre con le leggi
illegittime che sforna continuamente in favore delle lobby
massonico\bancarie alle quali è asservito, e la magistratura non gli
reggesse la coda. Fermo restando che ci stiamo riuscendo lo stesso.
Intervieni, a Roma, al nostro convegno\pre-congresso (comunicheremo la
data).
C'è
da sperare che la magistratura inizi finalmente a vergognarsi di
fingere di non sapere che i tributi (tasse, imposte e contributi) sono
illeciti (stante il signoraggio), e che, non solo non è apologia di
reato dire che non vanno pagati ma aboliti, ma è un immenso crimine
costringere i lavoratori subordinati, autonomi e le aziende, a pagarli,
nonché perseguitarli inventandosi, per fini di prevaricazione della
società, che siano evasori, riciclatori o falsificatori di bilanci. Illeciti
perché – oltre a sussistere l'impossibilità materiale di pagarli a
causa dell'indeducibilità delle spese inevitabili (vedi sul retro il
paragrafo tratto dal nostro ricorso fiscale tipo) – servono solo a
rastrellare denaro 'inverato' per comprare dalla BCE e dalla Banca
d'Italia, che sono incredibilmente private, il denaro 'da inverare'
(approfondisci da signoraggio.it). Denaro
che lo Stato deve invece produrre da sé al costo della carta e
dell'inchiostro, risolvendo così ogni crisi senza alcuna svalutazione,
perché la svalutazione è frutto solo del fatto che i soldi lo Stato li
compra da questi privati (vedi sempre da signoraggio.it). Dobbiamo
dunque ribellarci, care amiche ed amici, alle minacce della cosca
politica, giudiziaria, fiscale e mediatica, di tipo massonico\criminale,
venduta alle banche, e affrontare in massa i PM e i giudici per
sconfiggere il loro mutismo da collusi con le nostre buone ragioni e il
nostro enorme numero, perché «quando il governo viola i diritti del
popolo, ribellarsi è il dovere più sacro» (Costituzione del 1793, art.
35). Una guerra che
dobbiamo combattere usando armi giuridiche, come gli argomenti che ho
tracciato io stesso nel nostro ricorso tipo, che metto a disposizione
degli interessati affinché li sottopongano ai loro avvocati e
commercialisti. Ricorsi e argomenti giuridici con cui dobbiamo inoltre
spingere la parte non massone né filo-massone della magistratura a
confiscare le quote della Banca d'Italia di proprietà delle banche
private, e a nazionalizzarla, confiscando così automaticamente anche
quel 15% della BCE di proprietà della Banca d'Italia e aprendo gli occhi
del mondo sul signoraggio, che è la causa, oltre che dei tributi, della
rovina morale, economica e ambientale del mondo.
Una
guerra vinta in partenza la nostra, perché il migliore avvocato è
quello che sa scegliersi le cause, ma che dovremmo combattere anche se
dovesse costarci la vita, non solo perché, ora che sappiamo della
illiceità dei tributi, farci piegare a pagarli sarebbe viltà, ma per
sconfiggere così nel mondo le dinastie Rothschild e Rockefeller. Dinastie
che – usando la massoneria e le organizzazioni criminali ad essa
affiliate, quali il bilderberg, la trilatere, l'aspen ecc. – governano
il mondo e bevono da tre secoli il sangue dell'umanità attraverso le
migliaia di banche di loro proprietà o da loro direttamente o
indirettamente controllate. info@fermiamoli.it
CLICCA QUI PER MAGGIORI INFORMAZIONI
Impossibilità materiale di pagare i tributi
per i lavoratori sia subordinati che autonomi che per le aziende,
stante l'indeducibilità delle spese inevitabili.
per i lavoratori sia subordinati che autonomi che per le aziende,
stante l'indeducibilità delle spese inevitabili.
I
nostri ricorsi fiscali, opposizioni a cartelle esattoriali,
pignoramenti ecc., sono fondati innanzitutto sulla richiesta che il
giudice dichiari illeciti i tributi (tasse, imposte e contributi) dato
il signoraggio, cioè perché servono solo a comprare dalle banche
centrali i soldi che lo Stato deve invece produrre da sé al costo della
carta e dell'inchiostro (o elettronicamente), senza pertanto creare
alcun debito pubblico, e risolvendo così ogni crisi. In
subordine – come seconda motivazione (seguita da tutte le altre, tutte
fondate, che la giurisprudenza già accoglie) – chiediamo che venga
dichiarata l'impossibilità materiale di pagarli a causa
dell'indetraibilità delle spese inevitabili. Ciò
per i lavoratori sia subordinati che autonomi che per le società.
Impossibilità che emerge ora che queste assurde cifre lo Stato le vuole
davvero, perché in passato la cosiddetta 'evasione' era una prassi, per
cui le aliquote erano oggetto di scarsa attenzione sociale. Impossibilità
perché, non essendo deducibili le spese inevitabili, quali il cibo,
l'abbigliamento, i trasporti, la casa ecc., le aliquote (a loro volta
assurde) si abbattono su un reddito che non esiste. Facciamo
per primo l'esempio di un lavoratore autonomo. Consideriamo un professionista con famiglia e un reddito 'netto' (ma solo delle spese
che gli è oggi consentito detrarre) di 40.000 euro annuali. Un
'netto' che non è netto affatto perché, oltre ai costi che oggi si
considerano deducibili, dovrà fare le spese non deducibili ma
inevitabili sopra accennate, sicché gli rimarranno alla fine diciamo
10.000 euro. Ne
deriva che, sul falso netto di 40.000 euro, con un'aliquota complessiva
effettiva diciamo del 50%, gli si chiedono 20.000 euro, che equivale a
dire 10.000 euro in più di quello che gli è rimasto, nonché un'aliquota
del 200%. è chiaro invece che gli si devono chiedere le tasse solo sul vero netto (10.000 euro), quindi 5.000 euro. Riconoscimento
dell'impossibilità di pagare che va esteso anche all'IVA e alla
ritenuta d'acconto perché, quale che sia il dovere da compiere, e dunque
anche se si tratti del dovere di versare ciò che teoricamente si è
riscosso appunto solo per versarlo (come l'IVA e la RA), non se ne può
chiedere l'adempimento quando si sia resa globalmente problematica lo
condizione economica e a quel punto anche esistenziale del contribuente,
perché ciò configurerebbe l'obbligo giuridico di avere una capacità
sopra la media di trovare soluzioni. (A parte poi, quanto all'IVA, che il dovuto va ricalcolato detraendo l'IVA anche sui costi inevitabili e indetraibili.) Occorre
in definitiva forfettizzare le spese inevitabili, consentirne la
detrazione dal reddito lordo, e solo sul residuo sarà logico chiedere i
tributi. Né cambia nulla il fatto che, per il lavoro subordinato, la
tassazione è alla fonte (ma la ritenuta d'acconto è prevista anche per i
lavoratori autonomi). Consideriamo ad esempio la busta paga di gennaio 2013 del sig. MD (un caso reale). Ebbene,
MD, a gennaio 2013, ha riscosso 1.852 euro rispetto a un lordo di 3.883
sborsati dal datore di lavoro, il 52,30% dei quali, ovvero 2.031 euro,
sono stati quindi assorbiti dai tributi. Con il risultato che, poiché a
MD, pagate le spese inevitabili, rimangono al massimo (se sa fare i
miracoli), diciamo 200 euro, avrà pagato tributi per oltre dieci volte
il suo vero reddito. Un'impossibilità
di pagare che per i lavoratori subordinati ha connotazioni diverse, ma
sussiste lo stesso perché deve essere rapportata a questo stadio della
civiltà e dell'economia, per cui bisogna partire dal presupposto che, ad
esempio, cento anni fa, la ricchezza consisteva nell'avere da mangiare,
mentre oggi è la povertà a consistere nell'avere solo da mangiare
l'essenziale. Ne
deriva che, mentre per i lavoratori autonomi l'impossibilità è
constatabile materialmente, perché si configura come un non avere più il
denaro sul quale il fisco vuole i tributi, per i lavoratori subordinati
l'impossibilità è giuridica, perché le detrazioni li spingono a livelli
tali che essi, escogitando in qualunque modo delle soluzioni, riescono a
realizzare delle forme di sopravvivenza che in realtà sono possibili
anche con 100 euro al mese, o con nulla (fruendo della pietà pubblica o
privata), ma non sono inquadrabili nello Stato di diritto. Specie
poi se si considera che la penuria di denaro è causata dal crimine del
signoraggio, o meglio, dal fatto che la magistratura, il legislatore, il
potere esecutivo e l'informazione sono venduti alle banche e consentono
loro di rubare, attraverso il signoraggio primario e secondario, il 90%
della ricchezza. Diverso
è invece il problema per le società, che non hanno spese 'personali',
ma anche per le quali sussistono non modesti costi ineludibili e
indentraibili, e che comunque sono soggette ad aliquote che consentono
la loro sopravvivenza solo mediante il falso in bilancio, l'evasione o
l'elusione; che pertanto non possono essere considerati reati. Ma Vanno
in sostanza dichiarate incostituzionali tutte le norme che, nel dettare
i criteri per la determinazione dell'imponibile, non consentono la
detrazione delle spese inevitabili. info@fermiamoli.it CLICCA QUI PER MAGGIORI INFORMAZIONI
Nessun commento:
Posta un commento