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martedì 3 gennaio 2012

Lunedì 02 Gennaio 2012, 

Grillini ai ferri corti. Biolè verso l'addio?

Sempre più tesi i rapporti tra i due consiglieri regionali. L'esponente cuneese sotto tiro per la reversibilità del vitalizio. Il capogruppo Bono invoca il giudizio di militanti ed elettori

La costernazione viaggia sul web. A dar retta alla rete, croce e delizia dei grillini, Fabrizio Biolè da Cuneo, uno dei due esponenti del MoVimento 5 stelle eletti alle scorse votazioni in Consiglio regionale, parrebbe avere le ore contate. Da tempo in rotta con Davide Bono, medico torinese e capogruppo a Palazzo Lascaris, Biolè è finito alla sbarra per aver sottoscritto la reversibilità del vitalizio al parentado. E internet si è rapidamente trasformata in un'aula di tribunale nella quale accusa e difesa se le dicono di santa ragione. Va subito premesso che l'imputato sostiene di aver firmato per sbaglio e che si è impegnato a restituire l'indebita trattenuta attraverso un "conto progetto". Faccenda vecchia di qualche mese, tornata prepotentemente d'attualità con l'intervento del leghista Paolo Tiramani durante la discussione sull'esercizio provvisorio del bilancio regionale, oggetto di censura da parte delle opposizioni, in primis degli stessi grillini: «Non capisco di cosa stiamo parlando – ha attaccato il consigliere del Carroccio - se c'è chi vota la legge per l'abolizione dei vitalizi, dichiara che non la condivide, e poi si scopre che destina il vitalizio al coniuge». A questo punto gli animi hanno ripreso a scaldarsi, rinfocolando le vecchie ruggini tra i due. Bono, che lo scorso giugno in un forum aveva definito "cagasotto" il collega, ha scatenato la piazza (virtuale). «Il fatto è che siamo un po' ipocriti – scrisse all'epoca- Biolè si sta cagando sotto e con lui tutti i cuneesi per spirito campanilistico di non essere riconfermato in quanto col suo comportamento ha fatto incazzare mezza regione, almeno quella informata. Assegnando alla moglie il vitalizio, non facendo quello che gli è stato chiesto nella famosa riunione in cui cuneesi dissero che eravamo noiosi in cui si chiedeva di pubblicare online la sua busta paga e di formalizzare tutto con un documento contratto con gli elettori, prediligendo l'attività di passarella come dice Vittorio (Bertola, il consigliere comunale di Torino, ndr.) a quella legislativa. Il fatto è che si vedono pochi segnali di volontà di cambiamento e invece di volersi mettere in gioco e cercare di rimediare ci si trincera dietro muri di omertà». Insomma, non proprio un rabbuffo amichevole. Ora l'ennesimo affondo che ha tutto il sapore della resa dei conti. Bono ha proposto un tour di rendicontazione nelle varie province nel quale i due consiglieri regionali dovrebbero mettersi al vaglio di militanti e militanti, firmando addirittura le dimissioni in bianco. Una sorta di esame: in caso di bocciatura, dovrebbero lasciare il loro posto a qualcun altro. Apriti cielo. Tra rinvii continui dell'iniziativa, accuse reciproche, insulti, la missione si è rivelata più dura del previsto. Emblematico un altro post di Bono, all'interno della medesima discussione: «Io non ho capito solo la posizione di Biolè, nel senso che è qui davanti a me e non mi ha ancora risposto». I grillini, nati e cresciuti su internet, evidentemente riescono solo a comunicare attraverso la rete e non di persona. È un tantino sorprendente come si possa criticare pubblicamente, via etere, una persona, tra l'altro collega di partito, in quel momento "lì davanti" e alla quale si potrebbero semplicemente chiedere chiarimenti. Nella medesima discussione Vittorio Bertola, consigliere della Sala Rossa, tra un tentativo di smorzare i toni e l'altro, tracciando un bilancio della situazione ha ricordato ai due consiglieri regionali di non farsi più vedere alle riunioni cittadine solo per "farsi pubblicità". Scritto che si è meritato la stizzita replica di Bono: «Dai su, finiamola di millantare queste cose». A questo punto molti pronosticano l'imminente divorzio. Con Biolè che sarebbe pronto ad abbandonare le insegne grilline ma non lo scranno di consigliere regionale. E c'è chi sussurra di intensi pourparler con Monica Cerutti di Sel. Vedremo.
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