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venerdì 6 gennaio 2012

"GIO CHE FAI DI CONCRETO IN CONSIGLIO?..X QUESTI LAVORATORI?..O PENSI SOLO X QUELLI DI LEINI?..X POTER (spatuse') SUI GIORNALI?".."fare non banfare?".

Pininfarina, dopo le chiacchiere il silenzio

Pubblicato Mercoledì 04 Gennaio 2012, ore 17,49

Si fa sempre più incerto il futuro della storica carrozzeria torinese. Le perdite sfiorano i 17 milioni e per 127 lavoratori il posto è a rischio. E i progetti per l'auto elettrica? Cerchio interroga Saitta

È sempre più incerto il futuro della Pininfarinae dei suoi lavoratori. Le perdite del gruppo sfiorano ormai i 17 milioni di euro a fine 2011 e gli esuberi sono confermati per 127 lavoratori (una cinquantina a Cambiano ed una ottantina negli stabilimenti di San Giorgio e Bairo nel Canavese). Nell'imminenza dell'assemblea dei soci, a riaccendere i riflettori sulla situazione a dir poco allarmante della storica carrozzeria torinese è Beppe Cerchio, consigliere pidiellino e vicepresidente del Consiglio Provinciale di Torino. «Pininfarina, che ha in questi ultimi anni radicalmente modificato la sua struttura organizzativa, è passata - spiega Cerchio -attraverso un'evoluzione tecnologica, in mezzo alla crisi dei carrozzieri italiani, trasformandosi in centro stile e produttore in sub appalto per case automobilistiche, ridefinendo il suo piano di sviluppo, riducendo il personale, concentrando l'attività manifatturiera sulla prospettiva dell'auto elettrica e sulla attività di ingegneria, costituendo problematiche jont venture, affrontando contemporaneamente numerose sfide, che in una crisi senza precedenti, ha colpito l'industria automobilistica ed ha interessato in negativo la sua stessa fisionomia».
 
In un'interrogazione, presentata con la capogruppo Pdl Nadia Loiaconi e il vice Franco Papotti, sono molti i quesiti che attendono risposta dalla giunta Saitta. «Vogliamo sapere quale sono state le ricadute realizzate attraverso l'illusorio ed oneroso convegno organizzato dalla Provincia di Torino nel novembre 2010 dal titolo "Torino capitale dell'auto avrà un futuro? Prospettive e strategie per lo sviluppo dell'auto elettrica": un'iniziativa che, nonostante i nostri solleciti, non sembra aver prodotto alcun risultato apprezzabile sulla Pininfarina, lasciata dalla Provincia in balia degli appetiti di vari gruppi».
 
Tra gli interrogativi, anche quelli relativi alla produzione di 4.000 vetture elettriche nello stabilimento di Bairo e l'affitto di questo ramo d'azienda a Cecomp. Cerchio chiede anche se sia operativo l'annunciato servizio di car sharing che doveva entrare in funzione a Parigi e in 40 città francesi  e i particolare dell'operazione Pininfarina per i microbus e la conversione dei vecchi autobus della Gtt che dovrebbe essere realizzata a San Giorgio Canavese. «Quali sono le attività attuali - chiede ancora Cerchio nella sua lunga interrogazione - di progettazione, di ingegneria di prodotto, di modellazione e prototipazione nel settore trasporti, nel design industriale che si stanno svolgendo nel centro di Cambiano? E perché le audizioni di Pininfarina, in sede di commissioni permanenti in Provincia, annunciate come disponibili non si sono finora concretizzate? Esistono da parte della Provincia strategie rivolte a ridurre la dipendenza dal petrolio funzionali ad un sviluppo di un nuovo modello di mobilità?».
 
 
Infine un'ultima provocazione: «La Provincia di Torino, sul cui territorio insistono le uniche tre unità produttive italiane di Pininfarina (Cambiano, San Giorgio Canavese, Bairo), di fronte alle ombre minacciose di Mirafiori non può astenersi dallo svolgere un ruolo da protagonista per lanciare nuove politiche e tecnologie sostenibili per un futuro dell'auto elettrica a Torino, un tempo capitale dell'industria a quattro ruote».

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