Terra, territorio e tradizione: questa la via del vino Canavese
Natura e professionalità danno vita al Canavese doc Rosso
© NEWSFOOD.com - 23/12/2010
Quando cerca il vino, sempre più spesso il consumatore non cerca "solo un vino". Attenzione e consapevole fanno puntare su miscele che uniscono gusto piacevole, identità territoriale e riferimenti culturali. Detto altrimenti, terra tradizione e territorio.
Come ad esempio, i vini rossi del Canavese. Questo è il nome di un territorio dell'Alto Piemonte, che comprende la provincia di Torino con propaggini anche nelle provincie di Vercelli e Biella.
Il suolo (la terra) è di origine morenica, definito da formazioni ghiaiose e permeabili all'acqua, ricca di microelementi nutritivi. A questo si aggiunge il clima: temperato ma con buone escursioni termiche.
Infine, la tradizione, un'arte vinicola radicata nella zona dai tempi dell'Impero Romano.
Un'arte coltivata, ad esempio nella tenuta Fontecuore. I suoi vigneti sono da sempre situati nel comune di San Giorgio Canavese e sono tutelati dai proprietari: a Maria Luisa Monticelli, della famiglia dei fondatori, si è aggiunto il marito Stefano Desideri. Entrambi hanno dato nuova vita alle usanze e alle produzioni di famiglia. Tra esse spicca il vino Canavese doc Rosso, denonimazione composta da vitigni di nebbiolo e, in misura minore, barbera, bonarda e neretto gentile.
Nel metodo di creazione, immutato da sempre, sono importanti la moderata resa per ettaro, la vinificazione tradizionale con lunga macerazione e un periodo di conservazione nel legno.
Il risultato finale è un vino dal colore rosso rubino intenso e piacevole, ai profumi di alto profilo sul piano dell'eleganza e della finezza. Nel suo retrogusto, frutti rossi, tra cui mora e prugna, ma con la conservazione in bottiglia emergono al naso interessanti note speziali. Al gusto è pieno, caldo, di grande armonia e ben persistente al palato, con un vago sentore di mandorle.
CANAVESE DOC ROSSO
Annata: 2009.
Produttore: Fontecuore di Maria Luisa Monticelli e Stefano Desderi.
Stato evolutivo: si conserva ottimamente per oltre cinque anni.
Servizio a 16-18 gradi.
In tavola: Paste e risotti con sughi di funghi, di pomodoro e di carne. Brasati, bolliti, grigliate in genere. Ottimo con formaggi a media stagionatura.
Se conservato almeno due anni in bottiglia, è da provare con la selvaggina.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI:
Matteo Clerici
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