Mia madre Antonella moriva a 56 anni: tumore implacabile, adenocarcinoma al pancreas. In una anno una fine orribile che segna tutti, per sempre. Dicevano che non era un cancro su base ereditaria. Da tempo oramai si sa che invece lo è, eccome! Ci sono mutazioni genetiche che inducono la malattia... essa sta silente e poi esplode. Un cugino materno muore il mese scorso, senza speranza, senza chirurgia: 56 anni. Ma AIFA dice NO al farmaco per i pazienti malati. Ebbene, in occasione della Giornata Mondiale del Tumore del Pancreas 2021, con un tempismo cinico per la sensibilità della comunità dei pazienti con tumore al pancreas, l'AIFA spegneva le speranze di una comunità non approvando la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con mutazione BRCA germinale. Chiediamo una immediata rivalutazione della decisione L'AIFA ha negato la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con tumore al pancreas portatori della mutazione germinale BRCA. Lo studio di Fase III POLO, che ha verificato l'impatto del farmaco Olaparib per i pazienti con mutazione BRCA1/2 ereditata, ha pienamente raggiunto il suo obiettivo primario: il prolungamento della vita libera da progressione di malattia senza deteriorane la qualità. La sopravvivenza a 2-3 anni è consistentemente aumentata, ancorché non in modo statisticamente significativo. La valutazione del valore di un farmaco non possa limitarsi al solo prolungamento della vita, indipendentemente da ogni altra considerazione. In ogni caso, il beneficio di sopravvivenza prolungato per un sottogruppo di pazienti, peraltro superiore a quanto osservato con gli schemi chemioterapici autorizzati per la prima linea terapeutica, è un evento estremamente prezioso e insolito nella cura del tumore del pancreas. RQuesta decisione, oltre a spegnere la speranza dei pazienti affetti da tumore del pancreas, produca incalcolabili danni sotto ogni profilo umano, culturale e scientifico, disconoscendo il valore del tempo che le persone trascorrono senza segni e sintomi correlati alla malattia e libere dalla tossicità fisica e psicologica di impegnativi trattamenti chemioterapici, ostacolando la crescita culturale di una comunità alimentando quel diffuso nichilismo che aleggia non solo nella comunità dei pazienti ma in quella dei medici scoraggiando futuri investimenti di ricerca nel settore. Il costo per le casse dello Stato di questo trattamento sarebbe stato risibile per circa 50 pazienti per anno che potrebbero beneficiare dei vantaggi del farmaco. Chiediamo una immediata rivalutazione della decisione.
Nessun commento:
Posta un commento