Corriere della Sera
( Alice Manfroi) È una stagione da incubo per gli albergatori in cerca di personale, questa volta è toccata all’hotel “La caminatha di Coi” in Val di Zoldo, Belluno. Claudio Boscolo, 73 anni e da 18 proprietario dell’albergo zoldano a 4 stelle, di stagioni ne ha viste parecchie ma non è mai stato così in difficoltà come questa volta: l’albergo dovrà chiudere la cucina che serviva sia pranzi che cene per la pensione completa, verrà trasformato in un Bed and Breakfast. A dirigere i fornelli c’è solamente sua moglie, 65 anni, ma riuscire a soddisfare i coperti del ristorante aggiungendo l’accoglienza delle quasi 90 persone durante la stagione estiva, non è più possibile. “Ci moltiplichiamo e lavoriamo tutti per tre, pur di portare avanti l’attività”, racconta Claudio Boccolo con rammarico. “Ma non è più abbastanza. Io e mia moglie ormai siamo stanchi e pure mio figlio da solo non riesce a gestire i clienti, non resta nemmeno più il tempo di respirare. Siamo un punto di riferimento per i turisti, questo è un luogo strategico per salire nelle vette ma non riuscire ad offrire più della colazione ci penalizza molto. Anche i clienti storici ci pensano due volte prima di prenotare perché il servizio manca”.
L’hotel è circondato dall’imponente gruppo montuoso del Civetta e dal Monte Pelmo. “Siamo un settore in crisi, non parlo solo di me ma di tutti, soprattutto in montagna. Io sono disposto a pagare bene i miei dipendenti, il problema è che proprio non si trovano. I contratti che offro includono vitto e alloggio, 1.400-1.500 euro per i camerieri, mentre i cuochi sui 3.000 euro al mese ma nulla, non si presenta nessuno. È da gennaio che cerchiamo almeno quattro persone e mi sono rivolto letteralmente a chiunque, persino alle parrocchie”. Leggi l'articolo completo sul sito del @corriere @corrieredelveneto
Nessun commento:
Posta un commento