Gentilissimo Ministro Roberto Speranza, siamo i genitori di Fabio, un meraviglioso ragazzo di 19 anni che inaspettatamente si è tolto la vita il 10 dicembre del 2020, avvelenandosi con il nitrito di sodio. Nell'ultimo anno e mezzo sono 6 i ragazzi che hanno usato questa sostanza chimica per suicidarsi: si chiamano Antonio, Fabio, Matteo, Toni e Veronica. Hanno appreso come mettere fine alle loro vite da un sito internet che istiga al suicidio e che giustamente è finito nel mirino delle Procure di Roma e di Vicenza e sembra anche dell' Interpol. Su quel sito hanno trovato una sezione in cui venivano illustrati per filo e per segno diversi modi per togliersi la vita. Il più "sicuro" e letale è sicuramente il nitrito di sodio (NaNO2): si tratta di "un additivo alimentare facilmente accessibile, ampiamente utilizzato come conservante alimentare, antimicrobico per l'effetto inibitorio del Clostridium Botulinum, e per la sua capacità di fissare il colore rosa della carne e del pesce" (dalla perizia medico legale effettuata su Fabio). Purtroppo, questa sostanza è il veleno "ideale" per chi voglia tentare il gesto estremo: È facilmente reperibile sul mercato. È economico È incolore, inodore e insapore È generalmente ben tollerata Agisce nel giro di 40 minuti Non lascia scampo, per 2 motivi: innanzi tutto perché gli eventuali soccorritori generalmente non sono addestrati a riconoscere i sintomi e scambiano l'avvelenamento per un malore; e poi perché la sostanza, una volta entrata in circolo, è letale. Solo un antidoto, il blu di metilene, riesce a contrastarne l'azione venefica, ma deve essere somministrato entro pochi minuti dall'assunzione. Oltre ai nostri ragazzi italiani, sono decine le persone che in tutto il mondo hanno utilizzato questa sostanza, sia in Europa che negli Stati Uniti, che in Australia, come ha dimostrato una recente inchiesta del New York Times . Per tutti questi motivi, chiediamo con forza che SIA INIBITA LA LIBERA VENDITA del nitrito di sodio (NaNO2), la cui somministrazione deve essere riservata ai soli utilizzatori professionali in grado di certificare la loro condizione. Chiediamo inoltre che la stessa modalità sia estesa anche alle piattaforme ed agli store online, con verifiche OBBLIGATORIE da parte del venditore dei requisiti indispensabili per l'acquisto della sostanza. Chiediamo infine che vengano previste sanzioni amministrative, fino al ritiro della licenza di produzione e/o di vendita, e pecuniarie (da 500,00€ a 100.000,00 €) da irrogare a quei venditori che non ottemperino all'obbligo del controllo oppure decidano volontariamente di vendere la sostanza.
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