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martedì 8 gennaio 2013

Cose turche nel Partito democratico

SOMMERSI & SALVATI  Cose turche nel Partito democratico
L'asse delle giovani grisaglie laburiste, fronte uscito rafforzato dalle urne delle primarie, fa quadrato su Boccuzzi. Grandi e piccole manovre per ridurre l'impatto dei riservisti nelle liste del Piemonte e salvare il bindiano Marino. Morgando domani al Nazareno
Si allarga il fronte di coloro che chiedono un posto in lista sicuro per Antonio Boccuzzi, l'operaio scampato al rogo della Thyssen e scelto nel 2008 da Walter Veltroni come icona del Pd nel mondo del lavoro. Dopo cinque anni a Montecitorio gli è stato chiesto di non partecipare alle primarie per i parlamentari: il partito non era in grado di assicurargli la rielezione e da via delle Fratte serpeggiava una certa preoccupazione per l'impatto mediatico che avrebbe avuto un suo più che ipotetico siluramento nella competizione tra gli apparati di partito. A urne chiuse, l'asse tra i cosiddetti giovani turchi, l'avanguardia bersaniana capeggiata a livello nazionale da Stefano Fassina, Andrea Orlando e Matteo Orfini, che a Torino ha in Stefano Esposito un agguerrito esponente, chiede il recupero di Boccuzzi tra i "garantiti", la quota in capo alla segreteria nazionale. "Il lavoro svolto da Antonio è stato preziosissimo e rappresenta un capitale politico da non disperdere in un territorio come quello della provincia di Torino che sta pagando un prezzo altissimo a questa crisi", scrive Esposito su Facebook, annunciando l'obiettivo di un'area, quella "laburista", uscita oltremodo rafforzata dalla competizione interna. Domani il segretario regionale Gianfranco Morgando volerà a Roma per concordare con i vertici nazionali lo spazio da riservare ai "catapultati", la pattuglia di candidati in quota Bersani che entreranno in lista - in posizione eleggibile - avendo sfangato le forche caudine delle primarie. Dal Nazareno hanno chiesto 10 posti, Morgando proverà a contrattare fino alla fine con l'obiettivo di strapparne otto, ottenendo due caselle in più per gli esponenti del territorio. In questo modo, con ogni probabilità, rientrerebbero anche Silverio Benedetto e Mauro Marino, garantendo una rappresentanza anche all'area bindiana. Sabato 5 la direzione regionale sarà chiamata a ratificare le liste, che dovranno essere approvate dagli organismi nazionali martedì 8. Altro tema all'ordine del giorno: la posizione dei "romani": non è affatto detto che debbano essere per forza in testa: anzi il partito torinese farà di tutto per convincere il segretario affinché anche i "suoi" candidati si assumano il rischio del risultato elettorale. Secondo uno schema che sta circolando in queste ore tra i massimi dirigenti regionali il numero uno alla Camera in provincia di Torino potrebbe essere l'ex ministro Cesare Damiano, forte dell'exploit elettorale ottenuto alle primarie, mentre sul Piemonte 2 il primo sarebbe il cuneese, renziano, Mino Taricco. Al Senato primi tre posti in quota nazionale e una casella anche per Sel e i Socialisti.
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