Il Pdl sfrutta il tradimento di CasiniBerlusconi: il patto con la sinistra deciso da tempo. E si prepara a dare la caccia ai centristi delusi
bra quasi certo - la nuova legge elettorale sarà proporzionale con premio di maggioranza al partito, l'obiettivo di Pd e Udc è infatti quello di correre da soli per poi ritrovarsi ad urne chiuse e dar vita ad un governo con Sel. Una soluzione che - nella testa dei protagonisti - dovrebbe portare Bersani a Palazzo Chigi e Casini al Quirinale (o magari alla presidenza del Senato).
Uno scenario che ovviamente non piace affatto al Pdl, tanto che è già qualche giorno che a via dell'Umiltà si punta il dito contro i centristi. Il primo è stato Mario Mauro, capodelegazione del Pdl al Parlamento europeo, che si è detto pronto a «formalizzare la richiesta di espulsione dell'Udc dal Ppe» nel caso davvero si alleasse con Sel. «Scriverò a Martens e Barroso e solleverò ufficialmentela questione», spiegava Mauro. Unsegnale del fatto che nel Pdl si preparano ad una vera e propria campagna contro Casini. Anche perché non c'è dubbio che la virata dell'ex presidente della Camera verso Vendola e Bersani ha lasciato molto perplesso il suo elettorato che ieri sui social network era catenato e molto critico e ora potrebbe magari guardare al Pdl. D'altra parte, fa notare Mariastella Gelmini, «la posizione di Casini è contraddittoria sia sul piano valoriale che sul fronte economico». Sul primoperché si dice pronto adallearsi con chi dice «sì» alle coppie di fatto (il Pd), sul secondo perché unasse con Bersani significherebbe necessariamente andare anchecon Vendola, unodeimaggiori detrattori di quel Mario Monti che Casini elogia un giorno sì e l'altro pure. Non a caso Osvaldo Napoli parla di «confusione tattica» perché Casini non può sostenere che Monti dovrebbe restare anche dopo il 2013 e allo stesso tempo immaginare un esecutivo appoggiato anche da Sel.
Più che tattica (che sia o no «confusa»), Casini sembra essere preso da un eccesso di audacia. Il messaggio lanciato ieri nell'intervista al Corriere, spiega la Gelmini, equivale infatti a dire al proprio elettorato «voi votatemi che poi ci penso io a decidere che farci con i vostri voti e dove portarli». Una cosa da «Prima Repubblica». Senza entrare nel merito delle mille contraddizioni che si porta dietro la difficile posizione da equilibrista del leader centrista. «Sul terreno del governo Monti e delle politiche economiche reali - dice Fabrizio Cicchitto - Sel e Udc hanno espresso posizioni opposte, con i primi che hanno contrastato tutte le scelte e Casini che le ha sposate in toto. Mentre il Pd alcune le ha accettate altre le ha subite». Un «equivoco politico e programmatico» che può avere «conseguenzedevastanti sul nostro Paese». D'altra parte, è plausibile pensare che un governo sostenuto da Pd, Udc e Sel avrebbe come interlocutore principale non tanto quell'Ue con cui ha interagito in questi mesi Monti quanto la Cgil, visto che è noto cosa pensi non solo Vendola ma anche un pezzo del Pd dell'agenda economica dettata da Bruxelles. Ecco perché il rischio è che gli elettori delusi dell'Udc aumentino con il passare dei mesi e con l'avvio della campagna elettorale. Ed ecco perché il Pdl potrebbe decidere di «stressare» sulle mille contraddizioni che il nuovo corso di Casini si porta dietro.
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