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venerdì 31 agosto 2012

INFORMAZIONE ; per i pensionati che non riescono piu' ad arrivare a fine mese---

Beppe Bonazzoli - 'Fuga per la vita. Andare via e vivere felici' 
Beppe Bonazzoli
"Fuga per la vita. Andare via e vivere felici"
Pagg. 168, 13 euro
Marco Tropea Editore nella collana i Trofei
di Barbara Caffi
«Non mi ci vedevo a fare il pensionato alla bocciofila o alla Baldesio, ho scelto di stare in ciabatte e bermuda e con un chupito in mano»: vistoso orologio al polso, braccialetti a profusione, l'accento bastardo di chi ha vissuto un po' qua e un po' là, la faccia tosta di chi ne ha viste tante, Beppe Bonazzoli, cremonese di nascita, ha fatto il giornalista per quarant'anni, ha scritto un paio di libri, si è sposato due volte e un giorno si è svegliato nel letto di un reparto di terapia intensiva. Salvato da un infarto cattivo, con due stent a far andare avanti le coronarie ammaccate.
«E a chiedermi, come Bruce Chatwin, 'che ci faccio qui?'», ricorda. Già, cosa si fa in un'Italia sempre più in crisi, con una qualità della vita in caduta libera? Nei mesi successivi si è dato la risposta e—ormai pensionato— ha pianificato una vita altrove.
Prima il Brasile, poi Santo Domingo, ora Phuket, in Thailandia «perché se uno se ne va deve scegliere il sole dei Tropici. Ho 64 anni e il cuore malandato, ma mi sono appena comprato una moto, ho preso il brevetto per le immersioni subacquee, faccio hot yoga e ogni tanto vado a far pesca d'altura sulla scia del marlin».
La sua esperienza, Bonazzoli l'ha raccontata in Fuga per la vita. Andare via e vivere felici pubblicato da Marco Tropea Editore nella collana i Trofei. Il libro ha anche un sito (www.fugaperlavita.com ), in cui Bonazzoli dispensa consigli a chi vuole fare come lui. Ovvero andare via dall'Italia a ragion veduta e prepararsi meticolosamente al gran passo. Mollando tutto, ma senza colpi di testa.
«Ce l'ho fatta a lasciare l'Italia e andare a vivere in un paradiso tropicale dove c'è il mare, dove fa sempre caldo, la cucina è gustosa, la vita costa meno, la gente è tranquilla e ti sorride», scrive nel primo capitolo. Ha realizzato il sogno di molti: il libro raccoglie cifre e statistiche, gli italiani che, potendo, se ne andrebbero sono più di uno su due. Non sono pochi quelli che lo fanno e forse non per tutti è una scelta: per secoli dall'Italia se ne sono andati braccianti e minatori, oggi emigrano ricercatori e giovani laureati.
A patto comunque di non illudersi troppo: «C'è chi sostiene che in certi posti si vive benissimo con mille euro al mese — sostiene Bonazzoli —, manon è affatto così. Con mille euro si fa una vita grama ovunque. Io ho la fortuna di avere una buona pensione, questo sì. E risiedendo all'estero i miei soldi sono soggetti alle tasse del Paese in cui vivo e non alla folle tassazione italiana. Pago, è tutto regolare, ma mi resta quasi tutto. Chi vuole andarsene deve pensare a tutto e l'aspetto economico è fondamentale. La Thailandia, come tutta l'Asia, è emergente, ha un'economia che tira e una burocrazia che non soffoca». A dispetto del titolo, quella di Bonazzoli non è stata una fuga, ma un progetto pianificato nei dettagli. Il libro ne è il resoconto, ha poco delle fantasticherie romantiche dello Stevenson Nei mari del sud contrappone una pignoleria notarile sulle questioni pratiche. Affrontate queste, resta il bagaglio di affetti e amicizie. «Mia figlia vive a New York, le mie due ex mogli in Israele e a Los Angeles — dice il giornalista , una vita professionale passata tra Annabella, La Notte, L'Europeo, Epoca e varie altre testate —.Epoi una volta si partiva con il bastimento, le lettere ci mettevano anni ad arrivare e magari andavano perse.
Oggi Internet ti collega al mondo, ti vedi e ti parli su Skype, prendi un aereo e vai». Resta anche il tempo per sognare. Magari di aprire un chiring u i t o per gli aperitivi su un promontorio da cui si vede il sole sparire nell'oceano. Oppure «scrivere il soggetto per una serie televisiva da proporre negli Stati Uniti. Potrei fare il botto ».

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