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12 Febbraio, anticipazioni Presa Diretta: cemento e speculazioni minacciano i nostri territori
La crisi avanza, l'Italia soffre, l'economia "sporca" continua ad avere la meglio. Molto più di un allarme, quello che da tempo associazioni ambientaliste e comitati di cittadini lanciano in tutta Italia, di fronte all'inarrestabile cementificazione delle nostre città. Le telecamere e i microfoni di Presa Diretta, non da oggi, fanno luce sul preoccupante intreccio di interessi che rischia di devastare in modo definitivo il nostro bene comune più prezioso e (forse per questo) meno tutelato, il territorio. Lo racconterà Domenico Iannacone, con un lungo reportage tra i cantieri più discussi della penisola, a partire da quelli che per l'Expo di Milano porteranno una colata di cemento pari a 1 milione di metri quadri. Una vera e propria invasione di ruspe e betoniere trasformerà nel giro di pochi anni l'aspetto di intere zone, mettendo una pietra tombale su futuri progetti di sviluppo sostenibile. Il tema di stasera è un asse portante del lavoro di Riccardo Iacona, che dalla prima edizione del programma mette in campo le migliori energie del suo staff per mostrare le ferite, le offese, le ingiustizie inflitte a popoli e territori sempre più indifesi.La politica ha perso la sua autorevolezza, le infiltrazioni criminali sono dappertutto ed i risultati sono visibili dai reportage degli inviati di Presa Diretta: interi comuni in mano agli speculatori, territori divisi a fette come una torta da spartire tra clan malavitosi, assetto idrogeologico del Paese ormai compromesso. Sono tante le inchieste "scomode"che meriterebbero maggiore risalto, essendo ancora debole la consapevolezza sul tema, a livello sia di classe politica che di opinione pubblica. Sono in molti a sottovalutare la portata delle infiltrazioni mafiose nelle regioni settentrionali, ma sarebbe difficile smontare pezzo per pezzo le precise e dettagliate inchieste, con interviste sul posto, atti giudiziari e documenti pubblici alla mano, realizzate dai vari Iannaccone, Guerrizio, Procaccianti e talvolta dallo stesso Iacona. E' facile mostrare gli effetti dei fenomeni metereologici, piangere i morti dei disastri ambientali, senza interrogarsi sulle cause, senza andare ad indagare sugli errori spesso consapevoli di chi avrebbe il compito di vigilare e i mezzi per prevenire. Non è da tutti, anzi si può dire ormai merce rara, un giornalismo con la schiena dritta che scopre le carte, squarcia il velo d'ipocrisia attorno alle verità ufficiali, denuncia gli interessi annidati dietro tante scelte "obbligate" di chi amministra il territorio. Per invertire la rotta, fermare la mano degli affaristi e degli speculatori, ci vorrebbe un modello di sviluppo alternativo, fondato sul recupero dell'equilibrio nel rapporto tra crescita economica e difesa dei beni comuni. Gli esempi che vanno in questa direzione, nonostante tutto, non mancano: sarà compito di Riccardo Iacona raccontarli al pubblico di RaiTre.
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