I COMPITI DELLA PROTEZIONE CIVILE
La legge 24 febbraio 1992, n. 225, ha istituito il servizio nazionale della protezione civile, con l'importante compito di "tutelare la integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi" (art. 1).
Tale legge, approvata dopo un iter parlamentare travagliato durato circa un decennio, disciplina la protezione civile come sistema coordinato di competenze al quale concorrono le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri enti locali, gli enti pubblici, la comunità scientifica, il volontariato, gli ordini e i collegi professionali e ogni altra istituzione, anche privata (art. 6). Un tale complesso sistema di competenze trova il suo punto di collegamento nell'affidamento delle funzioni di impulso e coordinamento al Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero ad un suo delegato (Ministro o Sottosegretario) (art. 1). Sono attività di protezione civile quelle volte alla previsione e prevenzione dei vari tipi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate e ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l'emergenza (art. 3). Gli ambiti di competenza vengono definiti in base alla gravità dell'evento calamitoso (art. 2). Così la legge distingue gli eventi fronteggiabili mediante interventi attuabili da singoli enti o amministrazioni competenti in via ordinaria, gli eventi che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni, gli eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari. All'accadere di eventi di quest'ultimo tipo è collegata la facoltà di utilizzare lo strumento dell'ordinanza derogatoria (art. 5), previa dichiarazione dello stato di emergenza (di durata e di estensione territoriale definita) ad opera del Consiglio dei ministri, con assunzione, quindi, della responsabilità collegiale al massimo livello di Governo. I poteri straordinari possono, inoltre, estrinsecarsi al fine di evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose.
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domenica 19 febbraio 2012
"DOTTORESSA NON E' LEI RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE ?" POSSIBLE CHE CI FACCIAMO "sempre" PESCARE CON "le mani nella marmellata?" PERCHE' LEGGENDO I COMPITI DELLA PROTEZIONE CIVILE NON PARE CHE VI SIANO SERVIZI AI SINGOLI E AI PRIVATI "dove SI EVINCE la calamita', l'emergenza E la pericolosita' dell'evento?" RICORDIAMOCI CHE ESISTE PURE LA RESPONSABILITA' AMMINISTRATIVA, CONTABILE ED IL DANNO ERARIALE PER GLI AMMINISTRATORI E DIPENDENTI PUBBLICI..."O NO?"...RIMEDIAMO?....LA PROCURA E LA CORTE DEI CONTI SONO SEMPRE IN AGGUATO...
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2 commenti:
MAI CI DISTINGUIAMO PER ESSERE IN SINTONIA CON LE LEGGI E REGOLE? MA SEMPRE I PRIMI PER "SPATUS E BLAGHE'MAI FE'?" SEMPRE E SOLO APPARIRE MAI ESSERE? SAREBBE ORA DI INTERVENIRE IN SORDINA DOVE VI SONO STATE LE VERE EMERGENZE COME ALL'AQUILA, ALLE 5 TEREE, A GENOVA IN LIGURIA...O DOVE VI ERA EMERGENZA NEVE AD AIUTARE LA GENTE...NON SOLO ACCONTENTARE E SERVIRE IL POTERE...OK
ma la P.C. di S.G. è una cosa a parte non vi ricordate quando la marco chiedeva lumi (e poi x queste sue curiosita' cacciata)come è stata ed in quanti modi definita dall' amministazione la prot. civil. emanazione del comune, comitato, gruppo ecc ed ora che pretendete da sta "armata brancaleone?" loro fanno quello che gli dicono senza neppure o chidersi il perche' loro sono ritenuti da molti le "teste di legno del potere" sempre pronti via "obbedire e combattere" e tacere poverini
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