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giovedì 1 settembre 2011

BERSANI IN TRIBUNALE A NAPOLI........

Bersani trascinato in tribunale a Napoli

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tremante

Ormai è un fatto acclarato: Pierluigi Bersani a domanda non risponde. E' inutile che Libero continui a fargli le ormai famose dieci su Serravalle, Penati e Binasco.
Il segretario nazionale del Partito Democratico, infatti, non replica neppure ai magistrati nonostante la piega manettara presa in questa rovente estate politica. L'altro giorno al tribunale civile di Napoli lo aspettavano (seppur simbolicamente) perché doveva difendersi dall'accusa di aver inopinatamente commissariato la federazione provinciale di Napoli in seguito allo scandalo dei presunti brogli delle primarie pre-elettorali, quelle cioè che hanno regalato la città a De Magistris. A promuovere l'incredibile giudizio, tra l'altro d'urgenza (il famoso art. 700), è stato Nicola Tremante (nella foto) defenestrato segretario provinciale del Pd, il cui posto è stato preso da Andrea Orlando, un ligure lontano anni luce dalle dinamiche sociali napoletane. Incarico che ancora ricopre.
Il Pd nazionale, per un difetto formale, non s'è neppure costituito in giudizio contro l'accesso "santoriano" del suo dirigente, e la sentenza ora è attesa per settembre: anche se da Roma fanno sapere di «essere tranquilli e certi di prevalere nella querelle giudiziaria intentata dal compagno Tremante». Ma cosa lamenta l'ex segretario provinciale, uomo vicino al cosiddetto riformista Umberto Ranieri sdraiatosi ai piedi di De Magistris un minuto dopo i risultati del primo turno? Il suo avvocato, Francesco Barra Caracciolo, parla di due fatti sostanziali alla base del ricorso presentato ai giudici di Napoli: il commissariamento non poteva essere deciso dal livello nazionale perché, a norma di statuto, il soggetto legittimato a promuovere questa azione è unicamente la direzione regionale; e, poi, la carenza di motivazione dal momento che, sempre secondo il regolamento del Pd, il commissariamento è previsto quando siano stati commessi atti lesivi dell'immagine o della linea indicata dal partito stesso. Ne consegue che Tremante, a seguito di quella famosa decisione di Bersani, abbia subito danni alla sua immagine di politico e anche di uomo. Nientedimeno. E' evidente che si tratta di un pasticcio, uno di quelli che non si sa se e quando finirà. Avevano, da Roma,  pure provato a far desistere Tremante promettendogli (questo lo scrive "Il Mattino") un incarico di prestigio nel partito. Cioè? Vice-responsabile per i problemi del Mezzogiorno, in pratica il numero 2 dello stesso Ranieri, che era pure il candidato alle primarie su cui il ricorrente puntava contro Andrea Cozzolino. Quel Ranieri che, tra l'altro, si era fatto promotore delle denunce dei brogli. Sai che soddisfazione. Tant'è che Nicola Tremante avrebbe subito rifiutato l'offerta riparatrice: l'incarico non sarebbe all'altezza della sua storia politica e personale. Per ora sembra di capire sia da escludere qualsiasi ricomposizione tra l'ex dirigente del Pd e il partito nazionale.
Insomma, sembra di capire che siamo dinanzi alla totale "giudiziarizzazione" della politica, dove perfino i dirigenti di partito vengono selezionati dalla magistratura. Strano paese, l'Italia.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano "Libero" del 12 agosto 2011)

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