Leonida Maria Tucci, vittima della casta
Alcuni mesi fa la rete venne sconvolta dalla comparsa di Spider Truman, sedicente precario della casta licenziato dopo 15 anni di servizio. Chi fosse in realtà questo giustiziere mascherato, non ha molta importanza.
Ciò che non tutti sanno è che esiste davvero un precario della casta licenziato dopo più di un decennio di servizio - a cui probabilmente il misterioso (politico?) si è ispirato - ed ha nome e cognome: Leonida Maria Tucci. Grazie alla moglie Giulia Ruggieri e alla sua battaglia per la verità, condotta con ogni mezzo di informazione (in particolare la rete e i social network) la storia di Leonida è diventata un "caso" pubblico.
Anno 1994, Leonida Maria Tucci inizia a lavorare come addetto stampa per il gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale al Senato della Repubblica; lavora come giornalista, ma non può usufruire dei diritti, dei contributi e della paga da giornalista essendo un precario con contratto Co.co.co. rinnovatogli per ben 16 volte fino al 2006. L'abnegazione e il desiderio di una stabilizzazione lavorativa lo portano ad orari di lavoro massacranti, ricevendo sia la stima di numerosi senatori, sia il disappunto dei colleghi che puntano il dito contro lo stakanovista Leonida; iniziano problemi e maldicenze sul lavoro.
Nonostante tutto, la sua dedizione gli permette, il primo Aprile 2006 dopo ben 12 anni di precariato, l'assunzione a tempo indeterminato. Non come giornalista però, ma come impiegato di quarto livello, costringendolo a cambiare mansione passando da addetto stampa a segretario, onorando in ogni caso il suo lavoro fino in fondo. Il 19 Aprile 2007 Leonida viene sospeso dal servizio per dieci giorni con l'accusa infamante di maltrattamenti e percosse nei confronti di alcune colleghe, in seguito al ricorso, il 20 ottobre 2008 viene emessa dal Tribunale del Lavoro di Roma la sentenza che, annullando di fatto la sanzione, la dichiara illegittima ed ingiusta.
Da quel momento Leonida subisce un vero e proprio ricatto da parte del gruppo parlamentare: avrebbe dovuto rinunciare ai 14 anni di pregresso, che gli spettavano di diritto, in cambio del suo posto di lavoro. Ormai è un personaggio scomodo, e non resta che licenziarlo, non una ma ben due volte (rispettivamente dal gruppo parlamentare An prima e Pdl poi) senza regolare lettera di licenziamento. Fanno in modo che per mesi non possa avere accesso al sussidio di disoccupazione, con la conseguenza di costringere la famiglia in gravi difficoltà economiche. Oltre il danno la beffa; il capo del personale Sen. Oreste Tofani (Pdl) querela Leonida per diffamazione, opponendosi anche alla richiesta di archiviazione avanzata dal Pm e poi accolta dal Gip.
Leonida attualmente è in cura a causa di una forte depressione, assume psicofarmaci seguito da uno psichiatra ed uno psicoterapeuta. Inoltre è stato sottoposto ad accurata visita plurispecialistica presso il Centro antimobbing della Asl di Pescara, che ha riconosciuto il nesso di causalità fra la patologia da lui evidenziata ("disturbo dell'adattamento con ansia ed umore depresso misti") e ciò che ha subito al lavoro.
Il processo che dovrebbe fare giustizia, dopo aver subito diversi rinvii, è giunto alla conclusione in primo grado. La sentenza del Giudice Angela Coluccio accetta le istanze della difesa, da lei stessa precedentemente respinte nel Marzo 2010, secondo cui per difetto di legittimazione passiva un gruppo politico non più esistente - come quello di An - non può rispondere di quanto accaduto in passato.
Giulia, la moglie di Leonida, sostegno e anima di tutte le lotte condotte in questi anni, dichiara che presenterà appello al più presto confidando che "qualche giudice giusto e incorruttibile esista ancora". Intanto la situazione psicofisica di Leonida non accenna a migliorare.
Diego Civitillo
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