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mercoledì 2 luglio 2014

"GIO LA COMPAGNA ROSI DICE "Usare termini come "pacificazione" - ha detto Bindi - è semplicemente una vergogna".- "E TU CHE SEI COSI' (garantista-pacifista o cac....?) TI RICORDI CHE HAI DICHIARATO?--<(solo illazioni dei giudici)>...ORA LA GENTE SI CHIEDE: COSA NE PENSERA' LA ROSI TUA COMPAGNA DI PARTITO?--CHE TU CERTAMENTE HAI INFORMATO...VERO GIO?--O NO?"--ps.pare che, visti i tuoi numerosi impegni amministrativi, non abbia ancora ottemperato ad informare nessuna autorita' di queste gravi illazioni della magistratura ma solo i giornali. BENE, O MALE?..dicono che qualcuno abbia, dopo aver letto i giornali, informato tramite uno scritto sia la ROSI BINDI (presidente antimafia) nonche' ANGELINO ALFANO (ministro degli interni)--CONTENTA VERO?--QUANTO TI PENANO, AMANO E STIMANO..I TUOI CONCITTADINI (153 preferenze + del becco giallo ai tempi d'oro..)--TI AIUTANO PURE nel tuo lavoro visto i troppi onerosi tuoi impegni dedicati a NOI?--

Bindi, anatema sul Pd: "A Leinì ha appoggiato un candidato sospetto, vergogna"Bindi, anatema sul Pd: "A Leinì ha appoggiato un candidato sospetto, vergogna" La Commissione Antimafia conclude la sua missione a Torino: promossa la consapevolezza delle istituzioni,La Commissione Antimafia conclude la sua missione a Torino: promossa la consapevolezza delle istituzioni, Torino promossa per la consapevolezza delle istituzioni, bocciata, invece, per l'ambiguità dei politici. È stata durissima con i colleghi di partito che avevano appoggiato candidati vicini alla 'ndrangheta, Rosy Bindi, presidente della Commissione nazionale Antimafia, che ha chiuso ieri la due giorni di audizioni in Piemonte. Nettissima la sua presa di distanza sulle questioni locali e su come le ha gestite il Pd piemontese: "Sono rimasta esterrefatta quando ho appreso dal procuratore Gian Carlo Caselli che i vertici del mio partito hanno dichiarato aperto sostegno alle elezioni amministrative per il Comune di Leinì a un candidato che compariva più volte in atti di inchieste sulla 'ndrangheta. Non è necessario essere indagati, la politica deve affermare la netta inconciliabilità con il potere mafioso".
Il tema è quello recente delle elezioni per il sindaco di Leinì, Comune già sciolto per infiltrazioni mafiose durante la gestione di Nevio Coral, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Alle nuove elezioni il Pd, il cui candidato Gianfranco Brugiafreddo era stato escluso al primo turno, ha sostenuto, al ballottaggio, Giuseppe Musolino, medico ed ex dei "Moderati", contro Gabriella Leone, ex tesserata Pd schierata con la lista di centrosinistra "Uniti a Leinì" e promotrice del comitato "No a tutte le mafie" confluito nel presidio "Pio La Torre" di Libera. Brugiafreddo, con buona pace dei vertici piemontesi del partito, scrisse una lettera nella quale invitava i cittadini a scegliere "la coalizione più moderata" in nome della "riconciliazione" possibile solo attraverso "il dialogo e la pacificazione" e non con "l'estremismo aggressivo travestito con l'abito della legalità". "Usare termini come "pacificazione"  -  ha detto Bindi  -  è semplicemente una vergogna".  Giuseppe Musolino, medico di base a Leinì, è infatti citato in un'informativa dei carabinieri per alcune telefonate con Antonino Battaglia, l'ex segretario del Comune di Rivarolo Canavese condannato per voto di scambio nel processo Minotauro. Parliamo della Rivarolo Canavese del sindaco Fabrizio Bertot, anche quello sciolto per mafia. Il medico Musolino, che però non è indagato, parlava al telefono degli "amici di Volpiano", alcuni calabresi residenti nel paese vicino che avrebbero dovuto portare un po' di voti. "Dove c'è indizio, sospetto ma anche solo un'ombra in tema di mafia, il termine "pacificazione" non è utilizzabile per la politica  -  ha ribadito Rosy Bindi  -  Se la politica è occuparsi del bene pubblico, non è politica quella che scende a patti con la mafia".
Tra l'altro è emerso, durante le audizioni della Commissione Antimafia di questi due giorni, che le indagini sulla 'ndrangheta in Piemonte sono tutt'altro che chiuse con Minotauro e proprio dai comuni sciolti per mafia potrebbe partire un nuovo filone che arriva fino in Val di Susa. Soprattutto sul cantiere Tav la sorveglianza è altissima. Sia da parte della procura sia attraverso l'azione preventiva della struttura interforze denominata "Gitav". "Sono già state escluse una decina di imprese che si erano candidate per i subappalti al cantiere e che non rispettavano i requisiti di affidabilità  -  ha spiegato il senatore Stefano Esposito, membro della commissione  -  uno dei punti su cui c'è massima attenzione è proprio l'assenza di ombre nei rapporti con la malavita organizzata". "Sicuramente abbiamo avuto la conferma che in questa città di istituzioni nazionali e locali  -  ha detto in chiusura Rosy Bindi  -  sono molto consapevoli del rischio o meglio della presenza della mafia, in particolare della 'ndrangheta e di alcune mafie straniere. Abbiamo avuto conferma della vigilanza delle istituzioni".

 Protagonisti:     Rosy Bindi        giuseppe musolino       stefano esposito    CLICCA QUI

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