Articolo la stampa aosta 11 marzo

LA STAMPA ed. Aosta pagina 56 11 Marzo 2009 “Apriamo al centrodestra” Le trattative per le Europee Stella alpina e Fédération, alleati dell’Uv, bocciano la proposta del segretario del Pd ALESSANDRO CAMERA ENRICO MARTINET Stella alpina e Fédération, alleati dell’Union valdôtaine, hanno riunito i Coordinamenti ed hanno delineato le strategie per le Europee. Su un punto i due movimenti regionalisti sono univoci: «no» alla proposta del Pd di aprire le liste del Partito democratico ad un candidato espressione della comunità valdostana. Per Rudi Marguerettaz, segretario della Stella, «non è neppure ipotizzabile un accordo con le forze che si oppongono al governo Berlusconi, dall’Udc al Partito democratico», mentre per Leonardo La Torre «è il momento di rispolverare la cosiddetta ’’realpolitik’’, cercare cioè alleanze e accordi con chi può fare gli interessi della Valle d’Aosta». Ancora: «Ci pare assurda e quasi una presa in giro l’ipotesi di un’alleanza con il Partito democratico per aiutarlo a fare diventare eurodeputato Roberto Nicco». Concordano anche sulla necessità di «evitare fughe in avanti da parte di chicchessia. Le strategie da mettere in campo per le Europee devono scaturire da un tavolo di confronto a tre che veda insieme Uv, Stella alpina e Fédération». A questo proposito il coordinamento di Fédération ha istituito una commissione politica, composta dal segretario La Torre e dai due vice segretari, Roberto Vegetti e Valter Musso, cui spetterà la conduzione delle trattative con gli alleati al governo regionale. Per il segretario di Fédération «assodato che nessuno ci ama, nè al governo nè all’opposizione, come ha dimostrato la recente vicenda della bocciatura secca della nostra proposta di avere un seggio da eurodeputato per un valdostano con la modifica della legge, è indispensabile aprire un dialogo con Pdl e Lega e le altre forze del centrodestra, ma senza cercare l’accordo a tutti i costi. Non vogliamo fare i donatori di sangue di qualcuno. Altrimenti l’alternativa è quella di fare una lista di sole forze regionaliste». Rudi Marguerettaz è sulla medesima lunghezza d’onda: «Apriamo un tavolo di confronto con partiti e movimenti del centrodestra, Pdl e Lega Nord in primis, senza però cercare l’accordo a tutti i costi. Non portiamo l’acqua a nessuno. Non siamo disponibili a una svendita, piuttosto diamo corpo ad una lista ’’di bandiera’’ anche se senza speranza di successo». L’Union valdôtaine, dopo un’evidente apertura verso la Lega Nord, ora sceglie il silenzio. Il Comité fédéral di lunedì sera si è concluso con la nomina di una commissione politica e con la sola decisione di aprire un tavolo di confronto con tutte le forze politiche. «Incontri ufficiali», sottolinea il presidente Ego Perron. Spiega: «Non precludiamo alcuna ipotesi. L’accordo con la Lega? Bisogna verificare a quali condizioni». Nessuna reazione nei confronti della proposta del segretario del Pd Raimondo Donzel che nei giorni scorsi aveva lanciato un appello a «tutti gli autonomisti». Domenica uno dei due vicepresidenti del Leone, Ugo Voyat, ha commentato: «Donzel prima ha detto no al Galletto, poi voleva candidare uno dei suoi, quindi tutti insieme. Non so, mi pare un percorso non chiaro». Ma l’Uv uscita dal Comité è cauta, preferisce non esprimersi e affida il compito alla commissione politica composta dal presidente del movimento Perron, dai due vice, Voyat e David Follien, dal presidente della Regione Augusto Rollandin, dal capogruppo consiliare Diego Empereur e dal senatore Antonio Fosson. La propensione unionista verso la Lega ora è accentuata da chi, come Stella e Fédération, fino a ieri non si pronunciavano. Entrambe le forze alleate dell’Uv hanno bocciato la proposta del segretario del Pd, prima ancora di conoscere se sia o meno accettata dall’assemblea costituente del Partito democratico che si riunirà domani sera. Segnale chiaro anche la loro decisione di aprire un confronto con le forze di centrodestra. Voyat, alla vigilia del Comité fédéral, ha ribadito con fermezza: «Per noi è fondamentale portare un valdostano a Strasburgo. I cittadini devono sapere che a Roma l’80 per cento dei lavori parlamentari è fatto di adeguamenti alle direttive europee».