"Sei ancora quello della pietra e della fionda" (Uomo del mio tempo).
L'occupazione della Cecoslovacchia da parte della Germania nazista, negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, fu giustificata da presunti diritti su detto territorio, confermati da una massiccia presenza, in talune zone, di persone di origine tedesca.L'anschluss, o annessione, dell'Austria fu motivata in modo analogo. Il primo settembre del 1939, la Germania nazista invade la Polonia. Durante la notte e nelle prime ore del mattino, dal mare sul porto di Danzica, dall'aria con le forze armate della Wermacht e dal confine occidentale con l'esercito. Se vai a Danzica, all'ufficio postale del porto, trovi, ancora oggi, una grande lapide che ricorda come 23 inermi impiegati dell'ufficio furono trucidati, per prendere possesso di quella importante postazione di comunicazione. Le dittature riescono sempre a motivare le proprie decisioni riferendosi a fatti storici interpretati ad uso e consumo del dittatore di turno. Alcuni interessanti studi hanno fondato la supposizione che la Germania nazista all'inizio della seconda guerra mondiale andasse incontro a difficoltà economiche, dovute al progressivo isolamento rispetto alle altre nazioni. È una ipotesi, probabilmente nessuno potrà mai confermarla.Da molti anni, sostengo che l'errore storico dell'occidente moderno è di avere intrattenuto rapporti di affari con le dittature, di fatto inquinando gravemente il proprio sistema economico, in funzione di una utilità presunta di breve termine. Il sogno di un mondo globalizzato, nato nel 1989-1991, dove i commerci e quindi i profitti si sarebbero potuti realizzare su scala mondiale, conquistando nuovi enormi mercati, è oggi destinato a sgretolarsi. La pandemia ci ha dato una sorta di allerta divina innalzando nuovi vincoli ed impensabili barriere al processo di globalizzazione. Putin ci ha dato l'allerta terrena e diabolica che il mondo, dopo il 24 febbraio 2022, è cambiato e l'era iniziata nel 1989 sta tramontando. L'ironia della sorte, che tocca tremendamente le nostre percezioni di poveri umani quando siamo di fronte a situazioni molto più grandi di noi e difficilmente controllabili, è che quell'epoca iniziò con un giovane che in Piazza Tien An Men cercava di fronteggiare ed impedire l'avanzata dei carrarmati dell'esercito cinese. Questa epoca si conclude con una immagine altrettanto eroica, di giovani ucraini che cercano di fronteggiare, solo con lo scudo del proprio corpo, i carrarmati russi che invadono il loro paese. "Perché devo spostarmi?" Ha gridato una donna ucraina all'intimazione del soldato russo. "Sei tu l'invasore." Qualcosa di simile, lo ricordo molto bene, era avvenuto nella Praga del 1969, quando davanti ad un carrarmato sovietico nei pressi della Piazza di San Venceslao una donna gridò al soldato russo: "Io sono socialista come te, perché sei venuto a invadermi?" Putin rivendica i territori dell'Ucraina, andando a rivangare storie dell'ottavo secolo. Noi Italiani potremmo rivendicare i territori dell'Impero romano, sarebbe la stessa cosa. Ridateci Sagunto, che fu espugnata mentre a Roma si discuteva. Anzi, noi siamo arrivati prima dei russi. Il capitalismo, se intende sopravvivere, deve avere un dualismo stretto ed inequivocabile con la democrazia. E non può che riconoscere come partner solo chi condivide i principi della democrazia. E non è capitalismo se non sorretto da una base di democrazia. Chi non condivide tali principi non dovrebbe essere ammesso nel mondo dei normali scambi commerciali, e, se questo accade, deve avvenire sotto rigido controllo di autorità governative, giammai permettendo un rapporto di libero scambio con chi non condivide i principi della democrazia. Si dimezzerebbe il commercio mondiale? Forse. Meglio allora essere dipendenti dalla Russia per le forniture di Gas? Meglio avere i centri di produzione in Cina, attendendo che essa invada Taiwan monopolizzando la maggior parte della produzione e del commercio mondiale di semiconduttori? Biden dice: l'alternativa alle sanzioni a Putin è la terza guerra mondiale. Non la vogliamo, certamente. Ma non illudiamoci che la Russia, per la strada che ha preso, demorderà. E prepariamoci al peggio, perché un qualche peggio arriverà. Putin ha condannato la Russia ad una implosione certa che avverrà nei prossimi anni. L'ennesima implosione, che forse potrebbe anche far bene all'occidente. Nel frattempo continuerà a provocare danni a livello mondiale, come fanno le dittature. Specialmente quando avrà l'acqua alla gola della prossima implosione. Io credo alla democrazia, al liberismo economico sano, al dualismo assoluto capitalismo-democrazia. Cessiamo l'illusione del mondo globalizzato. Ridefiniamo i confini del capitalismo. Aiuteremo molto di più quei confini ad espandersi facendo in questo modo, piuttosto che continuando a finanziare i nostri nemici. So che molti non saranno d'accordo. È incredibile, negli ultimi 12 mesi ho rinunciato a parlare di queste cose, perché la redazione veniva inondata di email piuttosto pesanti, e non volevo caricare i collaboratori di una lavoro inutile, come quello di rispondere a chi non vuol capire. Ripeto, è incredibile, ci sono italiani che apprezzano la Cina, la Russia, piuttosto che avanzi di galera come Maduro o ideologie deliranti come il chavismo. Non dimentichiamo facilmente che l'attuale ministro degli esteri italiano si sentì in dovere di andare ad onorare Maduro quando fu confermato dalle ultime elezioni truffa svoltesi in Venezuela per la sua elezione, e non dimentichiamo facilmente che l'Italia fu l'unico Paese del mondo libero ad essere presente a quella farsa. E non dimentichiamo i partiti politici italiani che sono andati ad amoreggiare con Putin in epoca recente, comunque dopo la invasione della Crimea da parte sua. Comunque dopo che aveva già rivelato che l'attitudine sovietica nel suo modo di governare non era certamente scomparsa. Penso che nessuno avrà il coraggio di scrivere oggi difendendo la Cina o la Russia, per questo scrivo per ribadire l'opinione che da anni vado sostenendo: capitalismo e democrazia sono un connubio inscindibile ed irrinunciabile. Senza democrazia non è capitalismo e i capitalisti trattano solo con i capitalisti. Punto. Ma come facciamo ora? Rinunciamo al nostro benessere? Al riscaldamento delle nostre case? Al nostro quieto vivere, conquistato con due guerre mondiali sanguinose e una serie interminabile precedente di guerre di ogni genere? Se non vorremo rinunciare a qualche cosa di molto molto più prezioso del nostro benessere, che è la nostra libertà, prepariamoci al peggio. Di là ci sono i carrarmati, in Europa non li produciamo più. Nei bunker delle frontiere ne abbiamo bisogno, anche con la migliore difesa aerea che può inventare la Nato. Prepariamoci al peggio. Pensa se tornasse Trump con il suo desiderio di disimpegno degli Stati Uniti dalla Nato: pensa che cosa significherebbe per una Europa ormai abituata a non combattere più. Di là non hanno perso l'abitudine a combattere, ohimè. E sono nostri nemici, non nostri partner. Nostri nemici. Vorrebbero vederci sottomessi a loro, con quello che loro giudicano le nostre mollicce democrazie, contro le loro superbe impeccabili inossidabili dittature. Imploderanno, come tutte le dittature. Ma noi prepariamoci a difenderci. Prepariamoci al peggio e dimostriamo al mondo che sappiamo identificare i nostri nemici e siamo anche pronti a combatterli se necessario e se verremo aggrediti. La democrazia vincerà. Non ci sono dubbi. La più sgangherata delle democrazie supera di centinaia di lunghezze la più blasonata delle dittature. Ma dobbiamo essere pronti a combattere per difenderla, in tutti i modi possibili, economici, finanziari, ideologici e militari. L'uomo è ancora quello della pietra e della fionda, lo diceva un grande del calibro di Salvatore Quasimodo. Democrazia e capitalismo cercano di trasformare la pietra e la fionda in competizione leale e paritaria, anziché in desiderio di sopraffazione fisica dell'avversario. Nessuno è stato in grado di inventare qualche cosa di meglio, sia pure imperfetti che siano il capitalismo come sistema economico e la democrazia come modello politico. E finché qualcuno non inventerà qualcosa di meglio teniamoci ben saldi a proteggerli e a saperci difendere da chi ci aggredisce. Non consegniamo ai nostri figli e ai nostri nipoti una realtà, condannandoli ad essere succubi di qualche manager cinese. Siamo molto più bravi di loro se smettiamo di finanziarli e non insegniamo loro il nostro mestiere. Aspettiamo che implodano e diventeranno un mercato. Nel frattempo, non dobbiamo avere bisogno di loro In un imperdibile webinar in multi-edizione, illustriamo una strategia di grande valore per fare trading o investire sul mercato americano: il nostro obiettivo è quello di sempre, diffondere Cultura Finanziaria di altissimo livello, perché è ciò che ci salva dalle intemperie del mercato, comprese quelle generate dalle guerre. Clicca per iscriverti e seleziona la sessione più favorevole per te.
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