L'S&P500 a 10.000 Nel gennaio del 2008, l'S&P500 andò a toccare un minimo da brivido, dopo avere sfondato supporti molto importanti. Lo sfondamento risaliva ai primi di gennaio e la geometria dell'S&P500 ne fu rivoluzionata. Eravamo entrati a pieno titolo nella crisi finanziaria e in uno dei più gravi mercati ribassisti della storia. Il minimo di gennaio 2008 fu doppiato a marzo, dopo un rimbalzino del mercato in febbraio, che recuperò con molta fatica circa un 25% della discesa del mese precedente. Dopo il doppio minimo, nei mesi di aprile e per una parte di maggio il mercato recuperò più dell'80% della discesa di gennaio, non riuscendo però a superare il massimo e confermando che si era ormai a tutti gli effetti nel ciclo ribassista del mercato. Dimostrazione che poi si ebbe nel gelido autunno-inverno del 2008-2009, che portò al famoso minimo di 666 dell'S&P500 nella storica giornata del 6 marzo 2009 e prima della successiva ripresa iniziata il 9 marzo. La situazione che si presenta ora sull'S&P500 non è troppo dissimile da quella del periodo gennaio-marzo 2008, con la sola differenza che la maggiore velocità del mercato ha accelerato il processo. Nella settimana del 24-28 gennaio scorso, l'S&P500 ha testato e ritestato minimi importanti, alla soglia del 4200 punti (4212 per l'esattezza). Il rimbalzo di febbraio è stato più potente di quello visto nel 2008, con un abbondante 62,50% di recupero, testato due volte, con una figura a M di doppio massimo che col senno del poi si è perfezionata con l'ulteriore gamba ribassista dove ci troviamo ora. Ieri la chiusura delle 19 ora europea (anticipata a causa della festività del President Day) è stata per la prima volta da fine gennaio sotto i 4300, con qualche evidente potenziale tentazione di ritestare di nuovo i minimi di gennaio. Il Nasdaq si è invece avvantaggiato, per così dire, perché è andato a disegnare già un doppio minimo rispetto a gennaio. Sul versante europeo, il DAX esce da una giornata agghiacciante con un -3.89% di perdita: c'è un sinistro contraltare nel petrolio che, invece, è salito per più del 3%, a dimostrare il clima che in questo momento agita i mercati. Tutti gli indici europei hanno avuto una giornata convulsa di sell-off. Il DAX, nell'area 14420/14450, è su un supporto molto importante: ormai tutti gli indici europei e americani sono vicini ad un punto di svolta per decidere l'inizio di un mercato ribassista, o un punto di ripresa importante. Se il mese di marzo dovesse essere agitato, e i supporti attuali venissero rotti, la prospettiva di un mercato ribassista di più lungo termine diventerebbe probabile. Vedremo se sarà così, noi non ne siamo ancora per niente convinti. In momenti come questi, i mercati finanziari, e l'azionario in modo particolare, vedono una naturale rotazione dell'interesse degli investitori: titoli azionari, che sembravano meno importanti quando il mercato era fortemente rialzista e attraeva la voglia di speculazione, diventano meno interessanti e l'attenzione si sposta su altri comparti. La conoscenza profonda di tale fenomeno, denominato appunto rotazione del mercato, conferisce un vantaggio strategico determinante e contribuisce ad una maggiore capacità probabilistica di successo sul mercato. In un imperdibile webinar in multi-edizione, Daniele Lavecchia, strategist dell'Istituto Svizzero della Borsa e autore del servizio "I Quattro Portafogli", ci illustra l'uso di un indicatore, creato dalla sua genialità e dalla collaborazione con l'Istituto, che individua le fasi di rotazione dei diversi comparti e dei singoli titoli: una vera e propria bussola strategica che ti permette di scegliere le migliori opportunità del mercato. È un'ora di grande Cultura Finanziaria che non puoi perdere, clicca per iscriverti e seleziona la sessione più favorevole per te.
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