COMUNICATO STAMPA
A.N.P.A.R. (Associazione Nazionale per l'Arbitrato & la Conciliazione) http://www.anpar.it
info@anpar.it <mailto:info@anpar.it> Piu' di errate dicerie sulla scomparsa, chiusura o fallimento di
ORGANISMI DI FORMAZIONE E DI MEDIAZIONE, bisogna temere quanti
pensavano e pensano di fare affari sui mediatori e sui giovani, trattenendo dalle indennita' spettanti ad essi importi variabili da un minimo del 30 ad un massimo del 70 percento e gravando di IVA non dovuta i cittadini e le imprese che avviavano procedure di mediazione."Abbiamo ribadito, ancor prima dell'entrata in vigore della legge" -dice Pecoraro, presidente ANPAR, unica e prima associazione
regolamentata in materia, senza scopo di lucro - "che gli organismi svolgendo il servizio di mediazione e/o formazione non avevano nulla da lucrare su queste attivita'. Hanno cercato di imitarci in tanti, in
tutto e per tutto, sia per la formazione che per la mediazione. Hanno venduto "sedi" che gente senza scrupoli ha "acquistato", che ha avuto come unico risultato solo quello di confondere i cittadini.
"Benvenuto, allora, 'l'eccesso' rilevato dalla Consulta" - continua Pecoraro - . "Questa sentenza, a mio avviso, e' un fatto molto importante,dal momento che ha arginato il proliferare di organismi
"fatti in casa", tra l'altro da gente che fino al giorno prima dell'entrata in vigore della legge non parlava bene della mediazione. Ad aggiungere benzina sul fuoco è intervenuto poi il D.M. 180/2010
che con la norma del "silenzio assenso dei 40 giorni" ha aggravato
ancora di piu' lo stato delle cose. Tanti sono gli sciacalli che ululano senza motivo. Essi sono
destinati a restare fuori, a prescindere dal ripristino
dell'obbligatorieta' o meno della mediazione". E' solo questione di tempo ma gli organismi costituiti da professionisti in particolare quelli costituiti da avvocati anche se per interposta persona sono illeciti e ci si augura che al più presto il ministero di Giustizia ed il Consiglio Nazionale Forense (C.N.F) adottino urgentemente i dovuti provvedimenti per evitare guai più seri ai mediatori ed ai
loro iscritti. "Apprendiamo da piu' parti - conclude Pecoraro - della messa in atto di " class action" per la richiesta di risarcimento danni allo Stato e chi piu' ne ha piu' ne metta. Non hanno capito che
è contro di loro che andrebbero fatte queste azioni. Ma questi signori dove pensavano e pensano di andare? Stanno continuamente sbattendo la testa continuandosi a far male da soli.
Gia' oggi sono "fuori codice deontologico professionale" , in quanto,
essendo l'esercizio di attivita' di mediazione e formazione soggetto a fallimento, non possono essere costituite societa' di capitale e/o di persone, composte da professionisti ai quali sono vietate le attivita'
di amministratore in proprio o per interposta persona in dette
societa'. Basta leggere le qualifiche degli appartenenti a questi organismi per constatare che più del 70% e' fuorilegge, compresi gli organismi costituiti da ordini professionali".
Ufficio stampa AIANNO
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