L'ECONOMIA DI MONTI NON VA FALLISCE LA RICETTA TASSE Per gli statali non c'è recessione: stipendi su del 30%. Santanchè: «Referendum sull'euro»
Crolla il gettito fiscale: meno 3,4 miliardi. Le imposte divorano redditi e consumi, è il suicidio dell'italia
Quaranta anni fa, il trentenne economista americano Arthur Laffer si trovò al ristorante Two Continents di Washington, con due politici che poi fecero una grande carriera: Donald Rumsfeld e Dick Cheney. Erano gli uomini forti dell'amministrazione Ford. Siamoin pieni anni '70. Un periodo di forte inflazione. Il presidente degli Stati Uniti aveva un'ideona per risolvere la situazione: aumentare le tasse. A quel punto il giovane economista non ci pensò su due volte e per dimostrare l'assurdità della proposta prese un tovagliolo di carta e segnò due assi cartesiani. Su uno si registrava il gettito fiscale dello Stato e sull'altro l'aliquota fiscale. La curva disegnata era molto chiara e netta. All'aumentare delle aliquote, gli incassi per lo Stato andavano scemando. Ovviamente l'amministrazione Ford stracciò il tovagliolo e l'idea che esso conteneva. Non altrettanto fece l'amministrazione di Ronald Reagan.
Insomma la morale è chiara e semplice: di troppe tasse si muore. A soccombere sono prima i consumatori e le imprese e poi inevitabilmente e a ruota le casse dello Stato. Le imposte non crescono sui banani, ma grazie alla voglia di fare e alla ricchezza prodotta dai cittadini.
Il punto di non ritorno della curva di Laffer (cioè il momento in cui ogni tassa in più non produce il gettito sperato) in Italia è stata superata da tempo.
Ieri la ragioneria dello Stato (...)
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