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venerdì 9 settembre 2011

MA QUALCUNO CI CREDE?........

La jacquerie del conte Mascetti
"Se Roma taglia mi dimetto"

Pubblicato Giovedì 08 Settembre 2011, ore 15,28

Saitta sale sulle barricate contro la decisione del Governo: "Non resto a capo di un ente totalmente delegittimato". E si preannuncia un'escalation di proteste della corporazione delle ProvinceLOTTA DURA Antonio Saitta

Mentre il Consiglio dei Ministri stamani approvava l'abolizione delle province, l'Upi indiceva a Roma una conferenza stampa per annunciare una giornata di mobilitazione, prevista per la prossima settimana, contro la decisione.
Nella capitale c'era anche il primo inquilino di Palazzo Cisterna, Antonio Saitta, tra i più attivi a chiedere un ripensamento a Palazzo Chigi, proponendo, assieme agli altri presidenti, soluzioni più soft, come l'accorpamento dei distretti con meno di 300 mila abitanti, sulla falsa riga della prima risoluzione varata dal Cdm ad agosto. L'ultimo provvedimento approvato da Roma,invece, prevede l'abolizione di tutte le province, escluse quelle di Trento e Bolzano, eliminandole dalla Costituzione.
Chi ha passato le ultime giornate con il presidente Saitta lo descrive "quanto mai infastidito", pronto anche a dimettersi, qualora il Governo perseveri nella decisione assunta. Lo ha ribadito anche martedì, durante una riunione di maggioranza nella quale ha analizzato la situazione attuale assieme agli altri consiglieri e assessori. "Non intendo diventare il curatore fallimentare di questo ente, senza possibilità di azione politica, in un regime di amministrazione controllata" ha spiegato ai presenti. E ancora: "Non resto a capo di un Provincia così delegittimata dal mondo politico e dalla stampa". E' ancora presto per capire se si tratti di una boutade o se il primo inquilino di Palazzo Cisterna stia seriamente meditando di abbandonare la sua ben remunerata poltrona. A cui cumula, com'è noto, la pensione da consigliere regionale.

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