Ma quale “anno della reazione”. Con buona pace di Piero Fassino che
coglie nel declinante 2013 i germi semi dell’imminente riscatto, per i
torinesi è stato semmai il lungo inverno del loro scontento. Parte da
questa divergente analisi del recente passato, la lunga lettera di
auguri che Chiara Appendino, combattiva consigliera comunale del MoVimento 5 stelle,
indirizza la primo cittadino. Prendendo le mosse da una recente
intervista di Fassino a un giornale cittadino, l’esponente grillina
invita il sindaco a non prendere sottogamba le recenti manifestazioni di
malessere, culminate nella clamorosa protesta dei cosiddetti “Forconi”:
spie di una condizione generalizzata di disagio, ampiamente diffusa tra
tutti gli strati della popolazione, al punto da evidenziare un
preoccupante deficit “di speranza”, a cui né Palazzo Civico né la
politica bel suo complesso paiono essere in grado di colmare. Per
questo, sottolinea Appendino, «la struttura amministrativa comunale
dovrebbe avere il ruolo di sprono per l’intera società, tanto
economicamente quanto moralmente. Per Lei molte sono state le occasioni
per imprimere un nuovo corso morale per la nostra Città e, puntualmente,
non le ha colte. Il rimpasto di Giunta, così come già Le abbiamo fatto
notare, si è tramutato in un poltronificio che ha premiato non il merito
ma le appartenenze politiche o logiche interne alla sua coalizione di
governo, ben lungi dunque dall’essere un qualcosa di nuovo nella storia
amministrativa di Torino».
Occorre riallacciare i fili con il tessuto della cittadinanza. «La
partecipazione e la trasparenza non sono frasi fatte ma un metodo di
lavoro che consente all’Ente di fare una operazione di verità, dire
chiaramente ai cittadini e a tutti i soggetti che hanno una relazione
col Comune, quante risorse ci sono, per quanto tempo e come possono
essere spese. Né si può consentire di emendare un bilancio solamente
sull’onda lunga di qualche reazione mediatica ai tagli, prontamente
colta dalla politica. Non ci si riduce al 31 dicembre per deliberare ciò
che forse potrebbe entrare da eventuali dismissioni, ma si costruiscono
dei percorsi nei quali anche i tagli e le razionalizzazioni sono
metabolizzate da tutti e condivise dai più».
Torino, continua Appendino, sta attraversando un periodo “complicato”
della propria storia, «forse paradossalmente molto più complesso di
quello che nel 1630 aveva attraversato durante la peste, perché il
nemico qui è invisibile. Bellezia, il Suo illustre predecessore, aveva
avuto il coraggio di restare nel cuore della Torino appestata, di non
lasciare il palazzo, di non fuggire in luoghi più sicuri, ma di mettere a
rischio addirittura la propria vita pur di preservare l’ordine e
infondere speranza nei cittadini. Raccontano gli storici che, pur malato
e febbricitante, desse gli ordini dalla sua camera da letto». Ecco,
conclude Appendino, Fassino dovrebbe prendere esempio da Bellezia: «Per
ripartire abbiamo bisogno di un Sindaco che stia a Torino, che faccia
della nostra città la sua dimora per costruire con i torinesi un legame
empatico e di esempio, che privilegi il merito e non le appartenenze
politiche, che distrugga il sistema che si è incrostato in questi
vent’anni per far emergere la creatività, le idee, le risorse e il
futuro che Torino si merita. Un Sindaco che faccia di Torino la città
della solidarietà, che costruisca un senso di comunità per far sentire
ogni torinese parte attiva della nostra città. Forse non è ancora troppo
tardi, ha davanti metà del mandato».
Leggi qua la lettera integrale
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venerdì 27 dicembre 2013
BIGLIETTI D'AUGURI: Torino si merita, Un Sindaco che faccia di Torino la città della solidarietà, che costruisca un senso di comunità per far sentire ogni torinese parte attiva della nostra città. "GIO' NON TI PARE CHE ANCHE SAN GIUSTO SI MERITA DI PIU' ...DI UN SINDACO COME TE?"...
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1 commento:
No no , la maggioranza dei sangiustesi non si merita nulla di piu' visto e considerato che hanno RIVOTATO per la seconda volta la madama
I casi sono 2 o abbiamo una maggioranza di sangiustesi mafiosi o di sangiustesi coglioni. Vedete voi....
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