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venerdì 27 dicembre 2013

BIGLIETTI D'AUGURI: Torino si merita, Un Sindaco che faccia di Torino la città della solidarietà, che costruisca un senso di comunità per far sentire ogni torinese parte attiva della nostra città. "GIO' NON TI PARE CHE ANCHE SAN GIUSTO SI MERITA DI PIU' ...DI UN SINDACO COME TE?"...


Martedì 24 Dicembre 2013, ore 15,18  BIGLIETTI D'AUGURI
“Caro Fassino, Torino merita di più”La combattiva consigliera del M5s Appendino stila il suo bilancio di fine anno: "La città vuole risposte e cerca speranza, serve un nuovo corso morale della politica". E soprattutto ci vorrebbe un sindaco che "costruisca con i torinesi un legame empatico"
Ma quale “anno della reazione”. Con buona pace di Piero Fassino  che coglie nel declinante 2013 i germi semi dell’imminente riscatto, per i torinesi è stato semmai il lungo inverno del loro scontento. Parte da questa divergente analisi del recente passato, la lunga lettera di auguri che Chiara Appendino, combattiva consigliera comunale del MoVimento 5 stelle, indirizza la primo cittadino. Prendendo le mosse da una recente intervista di Fassino a un giornale cittadino, l’esponente grillina invita il sindaco a non prendere sottogamba le recenti manifestazioni di malessere, culminate nella clamorosa protesta dei cosiddetti “Forconi”: spie di una condizione generalizzata di disagio, ampiamente diffusa tra tutti gli strati della popolazione, al punto da evidenziare un preoccupante deficit “di speranza”, a cui né Palazzo Civico né la politica bel suo complesso paiono essere in grado di colmare. Per questo, sottolinea Appendino, «la struttura amministrativa comunale dovrebbe avere il ruolo di sprono per l’intera società, tanto economicamente quanto moralmente. Per Lei molte sono state le occasioni per imprimere un nuovo corso morale per la nostra Città e, puntualmente, non le ha colte. Il rimpasto di Giunta, così come già Le abbiamo fatto notare, si è tramutato in un poltronificio che ha premiato non il merito ma le appartenenze politiche o logiche interne alla sua coalizione di governo, ben lungi dunque dall’essere un qualcosa di nuovo nella storia amministrativa di Torino». Occorre riallacciare i fili con il tessuto della cittadinanza. «La partecipazione e la trasparenza non sono frasi fatte ma un metodo di lavoro che consente all’Ente di fare una operazione di verità, dire chiaramente ai cittadini e a tutti i soggetti che hanno una relazione col Comune, quante risorse ci sono, per quanto tempo e come possono essere spese. Né si può consentire di emendare un bilancio solamente sull’onda lunga di qualche reazione mediatica ai tagli, prontamente colta dalla politica. Non ci si riduce al 31 dicembre per deliberare ciò che forse potrebbe entrare da eventuali dismissioni, ma si costruiscono dei percorsi nei quali anche i tagli e le razionalizzazioni sono metabolizzate da tutti e condivise dai più». Torino, continua Appendino, sta attraversando un periodo “complicato” della propria storia, «forse paradossalmente molto più complesso di quello che nel 1630 aveva attraversato durante la peste, perché il nemico qui è invisibile. Bellezia, il Suo illustre predecessore, aveva avuto il coraggio di restare nel cuore della Torino appestata, di non lasciare il palazzo, di non fuggire in luoghi più sicuri, ma di mettere a rischio addirittura la propria vita pur di preservare l’ordine e infondere speranza nei cittadini. Raccontano gli storici che, pur malato e febbricitante, desse gli ordini dalla sua camera da letto». Ecco, conclude Appendino, Fassino dovrebbe prendere esempio da Bellezia: «Per ripartire abbiamo bisogno di un Sindaco che stia a Torino, che faccia della nostra città la sua dimora per costruire con i torinesi un legame empatico e di esempio, che privilegi il merito e non le appartenenze politiche, che distrugga il sistema che si è incrostato in questi vent’anni per far emergere la creatività, le idee, le risorse e il futuro che Torino si merita. Un Sindaco che faccia di Torino la città della solidarietà, che costruisca un senso di comunità per far sentire ogni torinese parte attiva della nostra città. Forse non è ancora troppo tardi, ha davanti metà del mandato». Leggi qua la lettera integrale

Articolo completo  24 Dicembre 2013, ore 19,48

1 commento:

Anonimo ha detto...

No no , la maggioranza dei sangiustesi non si merita nulla di piu' visto e considerato che hanno RIVOTATO per la seconda volta la madama
I casi sono 2 o abbiamo una maggioranza di sangiustesi mafiosi o di sangiustesi coglioni. Vedete voi....