Il primo ad avere l’idea di contrassegnare - per uno scopo ben preciso - delle case fu Mosè, il quale, per convincere il Faraone a lasciar andar via gli Ebrei dall’Egitto e a liberarli dalla schiavitù, cominciò a mostrargli i prodigi di Dio, come la trasformazione di un bastone in serpente o l’invasione dell’Egitto da parte delle rane. Il Faraone non aveva alcun interesse a credere che Mosè non fosse un semplice stregone e gli schiavi che poteva liberamente percuotere o far percuotere facevano parte delle sue ricchezze e del suo potere. Così, inascoltato, Mosè ordinò a tutti gli ebrei di uccidere un agnello di età inferiore a un anno e, con il suo sangue, dipingere l’architrave e gli stipiti della porta di casa, per poi chiudersi dentro fino al mattino. Il popolo obbedì e, durante la notte, sull’Egitto passò l’angelo del Signore che uccise tutti i primogeniti delle case che non erano state contrassegnate. Nelle ore seguenti, il Faraone concesse al popolo ebraico di partire. Secondo una leggenda metropolitana, anche gli zingari si servirebbero di una serie di simboli speciali per contrassegnare le case da colpire e i momenti più favorevoli per farlo. Il codice usato dagli zingari prevede una serie di indicazioni sulle case più “deboli” - quelle in cui, per esempio, vi è una donna sola in casa oppure donne disposte a dare soldi - e sulle abitazioni più ricche, dove è più facile poter realizzare un bottino cospicuo. Ci sono delle case che vanno assolutamente evitate: quelle dei membri delle forze dell’ordine oppure di persone amiche degli zingari; o, ancora, le case di coloro che si sono mostrate gentili o hanno dato lavoro a qualcuno della comunità. Tra i simboli trovano posto anche alcune lettere che indicherebbero quando effettuare il furto: la notte, il pomeriggio, la mattina, la domenica. Nonostante si tratti di una bufala senza fondamento, anche recentemente alcune amministrazioni hanno sollecitato i loro cittadini perché adottino delle precauzioni e stiano attenti che i segni non compaiano sui loro campanelli o sugli stipiti dell’ingresso: nel marzo 2006, per esempio, il comune di Ospedaletto Euganeo (Padova) ha diffuso un volantino in cui mette in guardia gli abitanti e riporta i simboli sospetti. Eppure, sarebbe stupido pensare che gli zingari utilizzino ancora un codice già conosciuto dalle possibili vittime. E sarebbe sciocco anche contrassegnare le case più appetibili per un furto, con il rischio che a rubare ci vada qualcun altro a conoscenza del codice…In ogni caso, per soddisfare la curiosità di chi non li avesse mai visti, pubblichiamo l’immagine dei simboli utilizzati dagli zingari. Qualcuno dice di averli visti anche in dei bagni pubblici. Ora scusate, ma devo andare a dare una pulita agli stipiti del mio ingresso: dei cialtroni ci hanno inciso una X e una N. Che incivili…
Anonimo
Nessun commento:
Posta un commento