Libera accende le luci sulla villa confiscata e incendiata da ignoti
SAN GIUSTO CANAVESE Libera Piemonte e Avviso pubblico hanno riacceso i riflettori sulla villa di San Giusto confiscata a Nicola Assisi, considerato il re del narcotraffico internazionale, tuttora latitante. E lo hanno fatto, fuori di metafora, organizzando un flash mob che per 15 minuti, nella serata di martedì 30 - ha illuminato con torce e lumini l’ex villa del boss. «Abbiamo acceso una luce – ha detto Josè Fava, referente di Libera Piemonte – su una situazione che sembra si voglia lasciare al buio. La data scelta per l’iniziativa non è casuale. Sei mesi fa, infatti, avevamo compiuto il primo passo verso la restituzione sociale del bene. Il 30 aprile scorso, decidemmo di entrare, con le istituzioni, nella villa di San Giusto Canavese nella speranza che il bene confiscato venisse assegnato ad un’associazione con finalità sociali. A 6 mesi di distanza, molto è successo, in questa lussuosa dimora».«Poco dopo la nostra marcia - aggiunge Fava - ignoti si sono introdotti nella villa posizionando due bombole di gas e appiccando un incendio con l’obiettivo, per fortuna non raggiunto, di farlo saltare in aria. Abbiamo risposto al vile atto intimidatorio, fianco a fianco con le istituzioni, vivendo il bene, organizzando lì la nostra assemblea regionale e presidiando la struttura, notte e giorno, nel mese di luglio. Nonostante tutti gli sforzi fatti, la villa rimane vuota, nessun intervento è stato fatto a seguito dell’attentato incendiario». Nella villa ci sono ancora le pareti annerite dalla fuliggine, calcinacci e, persino, le due bombole del gas usate per appiccare l’incendio. Presenti al flash mob anche l’ex procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, Davide Mattiello e la sindaca di San Giusto Giosi Boggio. «Questo Governo ha sdoganato l’odio – ha sottolineato Caselli – e l’odio è amico della mafia. Il flash mob vuole essere quindi un atto dimostrativo per spingere le istituzioni competenti a mettere in campo tutte le forze necessarie per restituire socialmente la villa, un bene confiscato dall’alto valore simbolico. Non dimentichiamoci che l’attentato incendiario
un chiaro atto intimidatorio per impedire che questo bene rinasca, rappresenta un unicum nel nostro territorio. C’è chi vuole che la villa rimanga al buio, noi vogliamo portare la luce e trasformarla da bene esclusivo a luogo di tutti, per tutti». — LYDIA MASSIA - "GIO MORE E AMM. VARI CHE ASPETTATE A DARE UN SEGNALE ISTITUZIONALE? - LA MAFIA DA SEGNALI AI SUOI SEGUACI..ED ANCHE LE ISTITUZIONI DEVONO FORNIRE SEGNALI ALLA GENTE..AFFINCHE' SI SENTANO LIBERI, TUTELATI, SICURI, PROTETTI DALLE ISTITUZIONI CHE VOI (indegmamente rappresentate!) NON DIMENTICATEVELO.." i griy dal zerb
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