La disponibilità di contraccettivi gratuiti, erogati a carico del Servizio Sanitario Nazionale, è condizione necessaria per assicurare il diritto alla procreazione responsabile, con ricadute importanti sulla salute delle donne. In Italia, a differenza di altri Paesi europei come la Francia, il Belgio e la Germania, la contraccezione è interamente a carico delle cittadine e dei cittadini, salvo rare iniziative locali. La petizione è promossa dal Comitato per la contraccezione gratuita e consapevole, con un documento che propone soluzioni concrete in linea con l'Organizzazione Mondiale della Sanità per superare l’arretratezza dell’Italia su questo fronte. Preservativi maschili o femminili per alcune categorie a maggior rischio, spirali al rame o medicate con progestinici, contraccettivi orali, cerotti anticoncezionali, anelli vaginali e impianti sottocutanei con progestinici: motivata dal riferimento a studi internazionali, la proposta del Comitato spiega quali sono i contraccettivi essenziali per il loro profilo di sicurezza, facilità d’uso ed efficacia.
Chiediamo a tutta la società civile, cittadine e cittadini, di far sentire la propria voce firmando il nostro appello. Le campagne pubbliche di informazione sulla fertilità lanciate negli ultimi anni si basano sul fondamento comune della procreazione responsabile, diritto che nel 2017 nessuno metterebbe mai in discussione in un Paese democratico. Oggi in Italia il costo della contraccezione risulta troppo oneroso per tante donne, coppie e famiglie in condizioni di disagio economico, acuite dalla crisi. La concreta difficoltà di regolare la propria fertilità, programmando e distanziando adeguatamente le gravidanze, ma anche la scelta obbligata del contraccettivo meno adatto, hanno un evidente impatto negativo sulla salute fisica e psicologica di queste donne, accentuando ulteriormente i loro problemi economici e sociali.
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