Tra la notte del 24 Agosto 2016 e la sera del 30 ottobre dello stesso anno, una serie di scosse di terremoto ha sconvolto profondamente la vita di centinaia di comunità del Centro Italia, tra Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio. Centinaia di persone sono morte, migliaia di nuclei familiari hanno perduto tutto (la casa ma, spessissimo, anche l'attività, perché sull'Appennino molti sono agricoltori, allevatori o ristoratori/piccoli e piccolissimi albergatori).
Oltre 1000 nuclei familiari sono ancora ospitati forzosamente in alberghi di riviera. Gli anziani - abituati all'aria di montagna - passano lunghe estenuanti giornate rinchiusi nelle anonime stanze dei resort (peraltro inadeguati per alloggi lunghi perché non provvisti di spazi ampli e poco attrezzati per le rigide temperature invernali) mentre i giovani con figli stanno abbandonando l'idea di tornare nei luoghi di origine perché, nel frattempo, i bambini crescono e si radicano altrove. Inoltre, moltissimi avevano su quelle montagne la seconda casa - non di lusso, ma semplice memoria della provenienza della propria famiglia. Il tessuto produttivo e sociale è stato devastato. Oltre 400 monumenti, alcuni dei quali risalenti al periodo romanico, sono andati perduti, perché il Governo, in oltre 2 mesi, non provvide neanche a puntellare gli edifici di pregio storico, artistico e monumentale. Dal punto di vista sociale, possiamo parlare di un Genocidio Culturale.
Un intero paesaggio ha perduto la propria fisionomia, fatta di vette alternate a campanili, borghi e strade antiche, ora impraticabili. E' un patrimonio che il mondo intero ci invidia e conosce, perché fa da sfondo ai maggiori capolavori di Raffaello Santi (detto Sanzio) pittore che imparò dalla natura la grazia e la bellezza, nella sua gioventù marchigiana e nella sua maturità umbra. Ad oggi non esiste ancora un censimento delle opere d'arte perdute/danneggiate, non esiste un censimento della totalità degli edifici da aggiornare né è chiaro quanti e quali fondi sosterranno la promessa - e mai attuata - ricostruzione. Abbiamo bisogno di far
chiarezza su dove sono finiti i fondi post terremoto. Vi chiedo una firma per poter raggiungere il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli e chiedergli di fornire trasparenza sull'utilizzo dei fondi. Vasco Errani, Commissario delegato per l'emergenza sisma in Emilia nel 2012, ha gettato la spugna. Addirittura, i fondi donati con gli sms, oltre ad essere spariti, sono incerti nella loro entità (le stime vanno da 33 milioni a 56 milioni di Euro).
La vostra firma e condivisione della petizione con i vostri amici e parenti, inoltre,
serve per sostenere la speranza, la dignità e le ragioni di coloro che hanno perduto tutto in una notte e che lo Stato ha finora trattato come ospiti indesiderati. Non si può ricostruire senza fare luce su quanto già fatto: occorre una seria pianificazione e vogliamo far sentire forte al nuovo Governo che questo tema è sentito dall'intera cittadinanza italiana, non solo da chi - come me - ha avuto la fortuna di abitare in quei luoghi. Si, ho scritto fortuna: perché il Centro Italia è un luogo meraviglioso e io ringrazio la vita e la sorte per avere il privilegio di vivere qui. Non vogliamo alcun trattamento di favore: possiamo pagare tutto di tasca nostra, ma abbiamo diritto alla verità, come tutte le Italiane e gli italiani che con le loro tasse o con un sms hanno rispettato il dovere inderogabile di solidarietà prescritto dalla nostra Costituzione. Più di ogni altra cosa,
vorremmo, quando accompagniamo un nostro figlio a scuola, sapere che in quel luogo è al sicuro. Per far questo occorre che i fondi futuri per le scuole siano gestiti in modo trasparente e consapevole. Sottoporre al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti una petizione con migliaia di firme è il primo passo per rispondere a questa priorità.
Siamo stati umiliati, aiutateci a non essere sconfitti. Grazie dal profondo del cuore a ciascuna/o di Voi.
Avv. Luca Miniero - Comitato Nazionale Scuole Sicure
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