Appello di Libera sulla villa confiscata a San Giusto Canavese: «le Istituzioni facciano l’ultimo sforzo e restituiscano il
bene alla collettività». Così l'associazione antimafia fondata da don
Ciotti ritorna sulla villa del narcotrafficante latitante, al centro di
alcune vicissitudini di cronaca anche negli ultimi mesi. «Potrebbe
diventare uno dei simboli della vittoria dello Stato contro le mafie,
nel nord Italia. Oppure la sua resa, se la situazione non cambia
radicalmente - dicono da Libera - la villa appartenuta a Nicola Assisi,
narcotrafficante ancora oggi latitante, aspetta ancora di essere
sanificata e che inizi un percorso per restituirla alla collettività.
Oggi, nostro malgrado e nonostante gli sforzi fatti, la situazione non è
mutata».
«La villa non è più presidiata giorno e notte, nonostante le forze dell’ordine abbiano intensificato i controlli in paese e non esiste un progetto per restituirla ai cittadini. Nessun lavoro è stato fatto, tanto che all’interno delle stanze si possono ancora trovare le bombole di gas, i calcinacci, le mura annerite dalle fiamme. Siamo convinti sia necessario compiere l’ultimo sforzo e mettere nelle condizioni alla villa di rinascere, aprendo le porte alla cittadinanza, attraverso un percorso di restituzione sociale della struttura. Chiediamo, quindi, alle Istituzioni competenti di mettere in campo tutte le forze necessarie per raggiungere questo obiettivo». «Leggendo la cronostoria del bene - prosegue Libera- siamo davanti ad un’attesa inspiegabile, per una serie di ragioni. Il bene è stato confiscato in via definitiva nel 2011, quindi appartiene allo Stato: è stato liberato dai familiari nel marzo del 2018.Nel giardino di quella villa, nel 2015, gli inquirenti hanno trovato seppelliti 4 milioni di euro in contanti, frutto della redditizia ed illecita attività del narcotrafficante Assisi, che a San Giusto Canavese ha vissuto prima di rendersi latitante alla giustizia. Pochi mesi fa, intorno agli inizi di maggio, ignoti si sono introdotti nel bene e hanno appiccato un incendio. Nella struttura sono state trovate 2 bombole di gas, dimostrazione che la volontà era quella di far saltare in aria la struttura. San Giusto Canavese conosce da vicino il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che proprio in questo piccolo centro del canavese la ‘ndrangheta ha insediato un locale, sgominato con l’operazione Minotauro del 2011».A San Giusto Canavese, comune di 3300 abitanti, sono stati confiscati ben cinque beni al crimine organizzato. «Considerati questi elementi, come Libera abbiamo cercato di reagire facendo rete con tutte le istituzioni per facilitare il percorso di rinascita di questo luogo, convinti della necessità di dare una risposta - pronta e decisa - al chiaro atto intimidatorio. Abbiamo organizzato nella villa la nostra assemblea Regionale ed abbiamo vissuto - 24 ore su 24 - lì per un intero mese, organizzando un presidio con tanti volontari. Oggi, nostro malgrado e nonostante gli sforzi fatti, la situazione non è mutata». "E I NOSTRI AMMINISTRATORI CHE DICONO?--CHE FANNO?--DORMONO COME SEMPRE?--VERO GIO, MOREE E AMM. TUTTI--O NO?"--
«La villa non è più presidiata giorno e notte, nonostante le forze dell’ordine abbiano intensificato i controlli in paese e non esiste un progetto per restituirla ai cittadini. Nessun lavoro è stato fatto, tanto che all’interno delle stanze si possono ancora trovare le bombole di gas, i calcinacci, le mura annerite dalle fiamme. Siamo convinti sia necessario compiere l’ultimo sforzo e mettere nelle condizioni alla villa di rinascere, aprendo le porte alla cittadinanza, attraverso un percorso di restituzione sociale della struttura. Chiediamo, quindi, alle Istituzioni competenti di mettere in campo tutte le forze necessarie per raggiungere questo obiettivo». «Leggendo la cronostoria del bene - prosegue Libera- siamo davanti ad un’attesa inspiegabile, per una serie di ragioni. Il bene è stato confiscato in via definitiva nel 2011, quindi appartiene allo Stato: è stato liberato dai familiari nel marzo del 2018.Nel giardino di quella villa, nel 2015, gli inquirenti hanno trovato seppelliti 4 milioni di euro in contanti, frutto della redditizia ed illecita attività del narcotrafficante Assisi, che a San Giusto Canavese ha vissuto prima di rendersi latitante alla giustizia. Pochi mesi fa, intorno agli inizi di maggio, ignoti si sono introdotti nel bene e hanno appiccato un incendio. Nella struttura sono state trovate 2 bombole di gas, dimostrazione che la volontà era quella di far saltare in aria la struttura. San Giusto Canavese conosce da vicino il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che proprio in questo piccolo centro del canavese la ‘ndrangheta ha insediato un locale, sgominato con l’operazione Minotauro del 2011».A San Giusto Canavese, comune di 3300 abitanti, sono stati confiscati ben cinque beni al crimine organizzato. «Considerati questi elementi, come Libera abbiamo cercato di reagire facendo rete con tutte le istituzioni per facilitare il percorso di rinascita di questo luogo, convinti della necessità di dare una risposta - pronta e decisa - al chiaro atto intimidatorio. Abbiamo organizzato nella villa la nostra assemblea Regionale ed abbiamo vissuto - 24 ore su 24 - lì per un intero mese, organizzando un presidio con tanti volontari. Oggi, nostro malgrado e nonostante gli sforzi fatti, la situazione non è mutata». "E I NOSTRI AMMINISTRATORI CHE DICONO?--CHE FANNO?--DORMONO COME SEMPRE?--VERO GIO, MOREE E AMM. TUTTI--O NO?"--
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