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sabato 21 gennaio 2017

Le previsioni sui mercati azionari, italiano ed internazionale, parlano di un rialzo continuo nei primi 6 mesi del 2017 !! Ecco le opportunità ....




FCA: morto un papa

se ne fa un altro a cura di Emilio Tomasini

Fiat, Fiat o non più Fiat ? C'è poco da dire o fare, bravo Marchionne che li ha mandati a stendere, ma sembrava quasi una imboscata quando Fiat stava per diventare un buy grande come una casa. Stiamo a vedere, se non altro non ci siamo fatti del male. Prima non prenderle …Comunque è il momento di comprare, non di vendere. Sui titoli buoni abbiamo visto barre di esaurimento del ribasso ovvero barre con ombra lunga e chiusura ed apertura alte, segno inequivocabile che sono partite alte, qualcuno ha scaricato, ma c'è anche chi ha comprato riportandole su. Siamo a cavallo di quei 21.000 del Ftse All Share che sono sempre  e comunque una area di resistenza e quindi è logico che il mercato indugi qui.
Vediamo il carrello della spesa…..



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European Zone
:
le opportunità 2017

a cura di

VIRGINIO FRIGIERI

 
Riprendiamo dopo la "pausa corsi" la nostra disamina mensile sui mercati europei.
Il mese scorso, Austria e Italia hanno aperto una stagione di importanti appuntamenti elettorali che durerà buona parte di quest'anno. Su Austria e Italia il verdetto l'abbiamo già visto, mentre per Olanda, Francia e Germania lo vedremo nei prossimi mesi. Considerate le crescenti spinte anti europeistiche ed anti globalizzazione, sarà interessante seguire  gli eventi che oltre a sorprenderci, come la Brexit dello scorso anno, potrebbero segnare significativamente il futuro della UE per i prossimi anni, senza contare che in parallelo la nascente presidenza Trump lascia intravedere cambiamenti significativi anche oltre oceano. Come scriveva Precther in  "Conquer the Crash" nel 2002,  "La principale influenza sociale di un mercato orso è quello di provocare innumerevoli polarizzazioni nella società  .... Il separatismo diventa una forza man mano che i territori polarizzano. Il populismo diventa una forza man mano che le diverse classi sociali polarizzano. Terze, quarte parti e altro ancora, trovano costituenti."

In Italia prima del referendum............


Dollaro in
retromarcia

 

a cura di
GIOVANNI MILANO

 
Prese di beneficio, comunque contenute, sul biglietto verde. Dal minimo contro euro del 3 gennaio a 1,0340 si è avviata una fase di risalita che la scorsa ottava ha riportato il cambio verso 1,0685. Non si segnala comunque una variazione del quadro tecnico: il cambio sta attraversando una fase di consolidamento dopo il forte ribasso dell'euro avviatosi dal picco a quota 1,1300 registrato nelle prime ore successive all'esito delle elezioni presidenziali Usa dell'8 novembre.

Il dollaro si trova sui massimi del 2003 e mancano segnali chiari di esaurimento della cavalcata post-elettorale. Sembra probabile, tuttavia, che la fase di assestamento sui livelli correnti, poco al di sopra o poco al di sotto, possa proseguire ancora. La pausa di assestamento in atto appare del tutto fisiologica, senza escludere possibili tentativi di rimbalzo tecnico verso la forte resistenza in area 1,0800/1,0875. Un segnale di maggiore forza per l'euro si avrebbe però solo al superamento di 1,0875 (prematuro) e non dovrebbe comunque estendersi al di sopra della resistenza critica a 1,1000.

Il trend dominante, che rimane impostato al ribasso, riprenderebbe solo alla violazione dei minimi di inizio gennaio a ridosso di 1,034/1,035 (al momento poco probabile), con obiettivo 1,0250 ed estensioni (al momento improbabili) verso la parità. Per le prossime settimane la resistenza a 1,1000 non dovrà essere superata, per conservare un'impostazione favorevole al biglietto verde. 

Strategicamente il dollaro USA rimane forte, con possibili movimenti nei mesi a venire verso il grande obiettivo, anche psicologico, del macro movimento ribassista di EurUsd, sviluppatosi a partire dallo scoppio della crisi finanziaria nell'estate 2008: la parità; senza escludere livelli anche inferiori. 
La divergenza tra le politiche monetarie della Fed, da un lato, e della Bce, dell'altro, rimane un fattore a favore del dollaro. La Fed ha ipotizzato di proseguire con altri 3 rialzi nel corso del 2017, anche se è pur vero che un anno orsono aveva prospettato 4 rialzi per il 2016 e poi si è limitata a farne uno soltanto, lo scorso 14 dicembre, per un misero 0,25%. Se pensiamo poi che negli ultimi 10 anni il rialzo complessivo è stato dello 0,50%, partendo da tassi a zero (la cosiddetta ZIRP, zero interest rate policy) e che il Bilancio Fed rimane stabile da due anni sui picchi a ridosso di ............









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