Si tiene all'Università di Bologna Complesso di San Giovanni in Monte sabato 5 aprile il convegno nazionale sulle metodologie di investimento in bond e fondi di investimento. Il convegno è aperto al pubblico. Abbiamo chiesto ad uno speaker del convegno, Gabriele Turissini, di spiegare perché il promotore finanziario, l'investitore accorto, il risparmiatore, il professonista, l'artigiano e l'imprenditore debbono intervenire in un convegno che è unico nel suo genere.
PESI IN ARMONIA NEL PORTAFOGLIO POST MARKOWIT Di Gabriele Turissini
"Il compito del gestore deve essere quello di creare un portafoglio la cui composizione tra rischio e rendimento sia ottimale (...). La metodologia, basata sulla cosiddetta risk adjusted analisys teorizzata da Markowitz, prevede la rappresentazione grafica dei rendimenti di un portafoglio e della loro variabilità intesa in termini di deviazione standard. L'insieme dei punti rappresentati dai portafogli con la migliore combinazione di rischio/rendimento genera la cosiddetta "frontiera efficiente".
Il principio era inconfutabile a priori, poi i 25 anni di lavoro 'sul campo' hanno avuto l'effetto del ruscello che diventa torrente, che poi aumenta la sua portata d'acqua e la violenza della caduta che prima scalfisce , poi demolisce, infine distrugge e travolge ogni certezza iniziale.
E si insinuano i dubbi: perché dopo tre anni dalla costruzione di un portafoglio, QUESTO -che si trovava sulla frontiera efficiente- oggi non "abita" più là ma è anonimo in mezzo a mille altri portafogli?
Ho sbagliato i prodotti?
E' colpa del timing o cosa?
Le lunghe riflessioni (e qui la fortuna di avere due colleghi molto più 'razionali' di me nel gruppo di lavoro, Andrea Milocco e Claudio Luzzi Conti, diviene fondamentale) corroborate dalle analisi quantitative hanno infine fatto maturare pian piano un'idea: che il 'cancro' che macera i tessuti di Markowitz non era nella bontà dei prodotti, non era nel timing di acquisto. Era nei pesi dei prodotti stessi.
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