Il fascismo si alimenta di simboli. Bastano un luogo, un fatto storico, un anniversario per richiamare migliaia di militanti. Alcuni sono soltanto nostalgici. Altri sono picchiatori in servizio permanente effettivo, nelle curve degli stadi e nei gruppi attivi ovunque sul territorio. Dalle città ai piccoli paesi della provincia italiana. Come è accaduto la sera del 7 gennaio con il raduno a Roma. Come accade nei consigli comunali, dove le sigle estremiste si sono fatte eleggere. C'è però un luogo che raccoglie tutti i simboli dell'ideologia fascista che ancora oggi si alimenta di odio e razzismo. E che, alleandosi con il nazismo, ha portato il mondo nella tragedia della Seconda guerra mondiale. È la casa natale di Benito Mussolini a Predappio, in provincia di Forlì-Cesena. Con la violenza che riemerge ovunque, come dimostra la nostra mappa, è forse il momento di fermarsi a riflettere. E di scegliere una sede che diventi il memoriale dove commemorare tutte le vittime dell'odio politico in Italia. Dai martiri del regime di Benito Mussolini agli eccessi della guerra civile. Dalle migliaia di ebrei italiani mai più ritornati dai campi di sterminio alle donne e ai bambini trucidati nelle rappresaglie. Fino ai morti recenti del terrorismo, rosso o nero che sia, che ha insanguinato la Guerra fredda italiana. Un luogo che raccolga i nomi, le fotografie, i piccoli oggetti di vita quotidiana. E che ricordi chi sono le vittime. Ecco, quel luogo può essere la casa natale di Benito Mussolini, da affidare a fondazioni e associazioni in grado di guidare il progetto.
La petizione lanciata su Today.it da Fabrizio Gatti è già stata sottoscritta da Stefano Bises, Oliver Hirschbiegel, Fabio Repici, Domenico Tambasco, Daniele Cassamagnaghi, Sascha Rosemann, Liana Levi, Nils Hartmann, Angelo Barbagallo, Paola Colombo, Sandro Ruotolo e tanti altri
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