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domenica 4 dicembre 2011

Cota è affetto da cretinismo (politico)
Pubblicato Venerdì 02 Dicembre 2011, ore 13,14

Il governatore farnetica di parlamento della Padania oltraggiato dallo "sgarbo istituzionale" di Monti. E all'incontro con il premier spedisce una delle sue cheerleader. Esposito: "Si dimetta"

All'incontro tra Regioni e Governo fissato domenica mattina il Piemonte sarà rappresentato dall'assessore al Bilancio, Giovanna Quaglia, una delle pon pon girl di Roberto Cota. È lo stesso governatore ad annunciarlo, indispettito per quello che a suo giudizio è «una provocazione, uno sgarbo istituzionale» perpetrato dal premier Mario Monti ai danni del parlamento della sua Padania, l'importante organo che si riunirà nelle stesse ore a Vicenza. «Avevamo chiesto da giorni un incontro che non è mai arrivato. Abbiamo anche dato per la giornata di domenica piena e completa disponibilità: c'erano soltanto poche ore occupate per l'iniziativa del Parlamento della Padania e l'incontro è stato fissato per caso, ma evidentemente non "a caso" proprio durante questa iniziativa».
Gli risponde per le rime Stefano Esposito. «Le parole con cui Cota accusa Monti di "sgarbo istituzionale" sono talmente incredibili che non meriterebbero di venire commentate – scrive in una nota il parlamentare democratico -. Tuttavia i piemontesi, indipendentemente dalle loro opinioni politiche, meritano di essere governati da un vero presidente, mentre Cota in questo anno e mezzo ha dimostrato di preferire Roma, Vicenza, Pontida o gli studi televisivi pur di non stare in Piazza Castello o a Palazzo Lascaris. A questo punto un'unica cosa è possibile e necessario fare: chiedere a Cota di dimettersi. Dimettersi non per ragioni politiche, bensì semplicemente per la sua manifesta "cretineria" politica ed istituzionale. Un presidente così non ce lo meritiamo. Non se lo meritano neppure gli elettori del Pdl e della Lega».
Dello stesso tenore la presa di posizione di Giorgio Merlo, Pd, vicepesidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai: «Ora le pagliacciate devono finire. Che un presidente della Regione come Cota paragoni un incontro istituzionale con il Presidente del Consiglio con la gianduiata del parlamento padano, oltreché offensivo nei confronti delle istituzioni locali e nazionali è anche oltraggioso verso il Piemonte, i suoi cittadini e le sue attese. Ora, mi attendo dal centrodestra piemontese e nazionale una presa di distanza politica ferma e determinata nei confronti di questa carnevalata. Se così non fosse, dovremmo prendere atto che c'è complicità politica nel centrodestra attorno a questo atteggiamento semplicemente inqualificabile».
Nella querelle interviene anche il segretario regionale dei democratici Gianfranco Morgando. «Cota ci ha informati che tra i doveri istituzionali di Presidente della Regione e la partecipazione alle riunioni del "parlamento padano", cioè di un organismo di partito, preferisce queste ultime. E' una conferma di quanto sosteniamo da tempo, e cioè che a Cota nulla interessa del Piemonte e dei problemi della nostra Regione. Fino ad oggi tale disinteresse si concretizzava nelle sue persistenti assenze, preferendo gli studi televisivi dei talkshow agli uffici regionali. La scelta di disertare il vertice convocato dal Presidente Monti optando per il pellegrinaggio a Vicenza, invece, è molto più grave, perché la riproposizione del "parlamento padano" viene fatta in chiave di secessione. Quindi, quella di Cota è una scelta incompatibile con il proprio incarico istituzionale, perché comporta una delegittimazione delle stesse istituzioni. Credo, inoltre, che tale comportamento, oltre a risultare offensivo per i piemontesi, costituisca una questione politica per l'alleato della Lega, il Pdl (che sostiene il Governo Monti), dal quale ci aspettiamo una presa di posizione e una riflessione su come possa ancora essere compatibile la collaborazione nella maggioranza regionale che sostiene Cota con la deriva anti-istituzionale della Lega».

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