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martedì 19 dicembre 2017

Fine vita




MAURO — la legge sul fine vita in Italia è attesa da decenni. È "una questione di rispetto della volontà e di libertà" delle persone, scrivono i promotori dell'appello. Queste sono le ultime settimane per convincere il Parlamento ad approvare la legge che oggi è ferma da più di sei mesi in Senato: sostieni subito l'appello con la tua firma!


Petizione diretta a Comitato promotore appello #fatepresto
Appello per l'approvazione della legge sul testamento biologico #fatepresto
Ora puoi firmare subito cliccando o toccando qui sotto
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Da più di sei mesi il disegno di legge sul testamento biologico è impantanato in Parlamento nella Commissione Sanità del Senato. Una legge attesa da decenni e che ha come obiettivo quello di dare dignità alla persona malata. Quello del fine vita, infatti, è una questione soprattutto di rispetto della volontà e di libertà
Il nostro Appello al Presidente del Senato e ai Capi gruppo parlamentari per l’approvazione della legge sul testamento biologico. Tra i compiti prioritari dello Stato vi è quello di occuparsi dei suoi cittadini con particolare attenzione ai più deboli, attraverso leggi eque e giuste capaci di alleviarne le sofferenze e garantirne la libertà. Il recente appello che Michele Gesualdi, uomo di fede ed ex presidente della Provincia di Firenze, ha inviato ai presidenti della Camera e del Senato, ci ha spinto a scendere in campo per chiedere di accelerare l’approvazione della legge sul testamento biologico , con la dichiarazione anticipata di volontà del malato colpito da patologie degenerative che non hanno speranza di guarigione. La legge sarebbe un atto di comprensione da parte dello Stato nei confronti di una umanità sofferente e tale da garantire a ogni cittadino di poter esprimere la propria autodeterminazione rispetto ai trattamenti sanitari senza prospettiva, ovvero poter rifiutare l’accanimento terapeutico. La rapida approvazione delle legge sul fine vita che sembra essere messa in forse dalla imminente chiusura della legislatura, con il rischio che poi vada dimenticata, sarebbe un atto di rispetto, di civiltà e di salvaguardia della dignità umana che non impone ma aiuta e non lascia sole tante persone e le loro famiglie che vivono in solitudine il loro dramma. «Non si tratta di favorire l’eutanasia – afferma Michele Gesualdi – ma solo di lasciare libero l’interessato lucido e dotato di volontà e fede, cosciente e consapevole, di essere giunto alla tappa finale, di scegliere di non essere inutilmente torturato e di levare dall’angoscia i suoi familiari che non desiderano sia tradita la volontà del loro caro.
Comitato promotore: Lauro Seriacopi Serena Pillozzi Marisa Rosaria Bortolone Alessia Petraglia Roberto Di Loreto Marzenka Matas Patrizio Mecacci Massimo Lensi Paolo Bambagioni Alessio Biagioli
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