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05 ago 2013 - «Nicola Assisi? Ma chi, quello che arrestarono tanti anni fa? E chi lo ha più visto qui». San Giusto Canavese è un pugno di case sdraiate sulla ...
Confiscata la villa al latitante. Ma in Comune nessuno lo sa
di
erobin
·
agosto 5, 2013
«Nicola Assisi? Ma chi, quello che arrestarono tanti anni fa? E chi lo ha più visto qui». San Giusto Canavese
è un pugno di case sdraiate sulla pianura canavesana. Ville in
sequenza, giardini curati e palazzine di due piani che si estendono, una
dopo l’altra, dalla piazza del Municipio e arrivano ad abbracciare la
campagna. Una delle ultime case è una villa che non finisce più:
la proteggono alberi alti quasi 5 metri, cancelli, muri invalicabili e
telecamere. Dopo, ci sono soltanto campi di meliga. È questa
la villa di Nicola Assisi, originario
di Grimaldi, il superlatitante ricercato in mezza Europa, uno che deve
ancora scontare 14 anni di carcere per traffico internazionale di droga e
associazione per delinquere. La Dia, che lo cerca ormai da 5 anni, lo
considera
uno dei più pericolosi e importanti trafficanti di cocaina, uno
che ha collegamenti con i più importanti cartelli colombiani e della
‘ndrangheta.
La sua casa, valore stimato oltre un milione e mezzo
di euro, gli è stata confiscata 2 anni fa: lo dice una sentenza della
Cassazione del 2011. Eppure qui continuano a viverci, come se niente fosse, la moglie di Assisi e i tre figli. Il sindaco, Giosi Boggio dice che non sa nulla della confisca: «Nessuno ci ha comunicato mai niente» taglia corto. Poi aggiunge: «Eppure, se davvero fosse così per il nostro Comune sarebbe una manna dal cielo, ci metteremmo l’asilo nido lì dentro». E
in effetti questa sarebbe anche una storia semplice, se non fosse che,
come spesso accade, la burocrazia alla fine ci ha messo lo zampino. Ad
esempio non è chiaro se sia stata effettivamente disposta dal Tribunale
di Torino l’esecuzione della confisca dopo la sentenza della
Cassazione. Perché soltanto a quel punto il Comune potrebbe
vantare diritti su quella villa e obbligare chi ci vive ad
andarsene.
Basterebbe che il sindaco o qualche impiegato degli
uffici comunali cercasse di capire che cosa sta accadendo
contattando l’agenzia per i beni confiscati. Anche la minoranza
consigliare, tempo fa, aveva sollecitato la giunta a prendere una
posizione. «Paura della famiglia Assisi ?Ma non scherziamo»
taglia corto Boggio. L’ex sindaco del paese, Francesco Ferraris, era uno
che conosceva bene Assisi. E conosce bene la storia del
superlatitante. «All’epoca ne parlò l’intero paese per settimane.
Restammo tutti di sasso quando fu arrestato». Era il 1997 quando
gli uomini della Dia arrivarono ad un capannone di Feletto, il cui
proprietario era proprio Assisi, uno che ufficialmente faceva il
tabaccaio e gestiva un bar a Feletto, ma che in realtà tesseva da tempo
rapporti con le cosche calabresi. Trovarono 200 chili di
cocaina, polvere purissima arrivata dalla Spagna.Poi il processo. Quindi
la fuga, nel 2008.Da allora nessuno lo ha più visto.
PS- LA MINORANZA DI ALLORA NON E' QUELLA ATTUALE: LA MINOR. DI OGGI POTREBBE (PORRE in consiglio comunale interpellanza) PER AVERE NUMI DI QUANTO SI E' FATTO E CHE RESTA DA FARE PER ENTRARE IN POSSESSO DI QUANTO APPARTIENE AL PAESE-- VISTO CHE SON PASSATI GIA' 4 ANNI DA QUANDO LA GIO DICEVA «Paura della famiglia Assisi ?Ma non scherziamo»
taglia corto Boggio.--«Eppure, se davvero fosse così per il nostro Comune sarebbe una manna dal cielo, ci metteremmo l’asilo nido lì dentro». ORA CI DITE A CHE PUNTO E' QUESTA MANNA?--VISTO CHE PURE MOGLI E FIGLI SONO IN GALERA O LATITANTI?--VERO GIO MOREE E AMMINIS. TUTTI? ORA TUTTI SANNO--(compreso il fumy-- che va dicendo c--o pensa come gio di buggerare la gente?)--MAGG. E MINOR. OCCHIO: LA COLLUSIONE E' REATO GRAVE!"