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martedì 11 settembre 2012

  • 10 set 2012   Di Alessandro Sallusti

LA VENDETTA SOBRIA MONTI SCARICA CASINI

Il leader Udc: «Dopo il prof c'è ancora il prof». Lui lo gela: «Mi fece fuori dalla Commissione Ue per piazzare Buttiglione» Alfano: se vuole tornare a Palazzo Chigi il premier stavolta deve farsi eleggere

Giuseppe Pisanu, detto Beppe, Cirino Pomicino e Ciriaco De Mita insieme fanno 230 anni di età, dei quali 130 passati in parlamento. In carriera tutti e tre, chi più chi meno, sono finiti in guai giudiziari ed avevano ruoli importanti quando i partiti accumulavano tangenti e lo Stato debito pubblico à gogo. Politici di professione, lavori zero, hanno avuto stipendi, privilegi e pensioni che li pongono nella top ten della Casta. Casini, che di anni ne ha solo 57 ma che da ben 30 fa solo il deputato, li ha arruolati e voluti ieri in prima fila alla chiusura del congresso fondante di «Italia», il nuovo partito che si pone in alternativa alla politica tradizionale.
Non siamo su Scherzi a parte, accade davvero nel circo impazzito della politica che tenta di sopravvivere a se stessa. Il partito più gerontocomio d'Italia, anagraficamente e politicamente parlando, ha cambiato nome e sta facendo la corte a Mario Monti e ai suoi uomini. Casini non sta più nella pelle di fare, dopo aver brigato trent'anni con la politica, lo sponsor dei tecnici. Non è pentito, è solo furbo e senza vie d'uscita non volendo allearsi col centrodestra e non potendo allearsi con una sinistra zeppa di comunisti. Monti è il suo nuovo faro, per la prima volta il Casta-diva Casini è disposto a uscire dal cono di luce del riflettore principale. Ma tanto entusiasmo, al momento non sembra ricambiato. Ieri Monti lo ha gelato con una delle sue battute da professore carogna. «Casini? Ricordo che fu colpa sua se non fui confermato ministro europeo nel 2004», ha detto in sintesi il premier. Il fatto è noto. Berlusconi voleva confermare Monti in Europa, ma Casini si oppose, minacciando di uscire dall'allora maggioranza di centrodestra. Il nobile motivo era che Casini doveva piazzare il suo amico Rocco Buttiglione, e tanto fece che ci riuscì. Sì, avete letto bene: Rocco Buttiglione scalzò d'ufficio Mario Monti, ma combinò tanti e tali casini (con la minuscola) che non riuscì neanche a insediarsi, primo caso nella storia europea, nel governo di Bruxelles.
Questo è Casini, questi sono i suoi compari su cui dovrebbe contare Monti per restare a Palazzo Chigi. Che dire se non: buona fortuna, signor presidente.

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